domenica 24 novembre 2024


29/04/2009 10:50:56 - Manduria - Politica

Intanto la sezione di Manduria di questo partito critica la sezione del Consorzio Ato Rifiuti di appaltare ai privati il servizio integrato di raccolta

 
La sezione di Manduria del partito dei Comunisti Italiani critica la scelta di concedere il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani del Bacino Ta 3 ai privati.
In una nota, con la quale si presentano anche le due candidature alle Provinciali (Leonardo Pisello al Collegio Manduria 1 e Maria Calò al Collegio Manduria 2: li vediamo nelle foto), il partito ricorda come, a breve, l’assemblea del Consorzio Ato Ta 3 si appresterà ad approvare il progetto.
«Si tratta della privatizzazione del servizio» sostengono i Comunisti Italiani di Manduria. «Tale privatizzazione comporterà per i Comuni del Bacino e per i cittadini un vincolo per 15 anni con un’azienda, la quale, così come recita il capitolato di appalto, incasserà nei 15 anni, 250 milioni di euro, calcolando un utile di impresa pari al 13%. Inoltre, se non si raggiungeranno gli obiettivi che la legge impone in fatto di raccolta differenziata gli stessi cittadini si vedranno addirittura raddoppiata la tassa. Nulla si prevede come premialità per quelle famiglie che si impegneranno seriamente a fare il massimo della differenziata. Detto appalto nulla dice circa la “chiusura del ciclo dei rifiuti”. Le campagne di sensibilizzazione e di informazione, importanti in un servizio “porta a porta” e fondamentali per la riuscita del progetto non possono essere effettuate a cura e spese dell’ATO, cioè dei cittadini, ma dovrebbero essere previste ed effettuate dalla società concessionaria del servizio».
I Comunisti Italiani di Manduria, quindi, avanzano delle loro proposte.
«In funzione delle direttive, delle leggi nazionali e regionali, nonché del redigendo Piano Provinciale dei Rifiuti, la nostra proposta è la seguente: costituzione di una società per azioni multi-servizi pubblica, con la partecipazione di tutti i comuni del Consorzio, proporzionata agli abitanti ed al servizio usufruito, con un Consiglio di Amministrazione formato da tecnici esperti in materia e retribuiti in percentuale agli obiettivi realmente raggiunti dalla società per azioni, nel rispetto delle normative vigenti e degli abbattimenti delle tariffe pagate dai cittadini» sostengono i Comunisti Italiani. «In questo modo, l’utile di impresa resterebbe a disposizione dei Comuni e la stessa società avrebbe la possibilità di poter accedere ad eventuali finanziamenti che, rivenienti dallo Stato o dalla Regione, potrebbero essere utilizzati per investimenti tendenti al miglioramento del servizio, all’abbattimento dei suoi costi e quindi delle tariffe».










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