Il testimonial è stato Al Bano Carrisi
«Da oggi cambio lavoro. Non canto più per indossare gli indumenti del clown dottore…».
Al Bano Carrisi, testimonial della Scuola Internazionale di Clown Terapia, ha fatto ricorso ad una battuta per manifestare l’interesse e la disponibilità verso la “terapia del sorriso”, già sperimentata con successo nel reparto di Pediatria dell’ospedale di Mesagne, diretto egregiamente dal dott. Fulvio Moramarco.
«Ricordo quando, negli anni ‘60, il dott. Veronesi mi invitò a cantare nel reparto di Oncologia della struttura di Milano» ha continuato Al Bano nel corso della cerimonia di presentazione del primo corso per Clown Socio Sanitario, che si è tenuta ieri mattina nel convento dei Cappuccini di Mesagne. «Mi confidò che gli ammalati, per una settimana dopo l’esibizione, dimenticavano i loro problemi».
Non solo con la musica, ma anche con la clown terapia si può donare il sorriso a chi (in questo caso i bambini) si rivolgono ad una struttura sanitaria per guarire.
«Grazie a questa collaborazione fra istituzioni, mondo della ricerca e mondo delle imprese sociali, saremo in grado di formare delle figure professionali nuove, di cui si avverte il bisogno nel mondo della sanità» è stato il concetto rimarcato dal prof. Alessandro Distante, presidente dell’Isbem.
Alla cerimonia è intervenuta anche la dott.ssa Graziella Di Bella, direttore sanitario dell’Asl brindisina.
«L’empatia è fondamentale nelle relazioni con i bambini e gli anziani» ha dichiarato la Di Bella. «Negli ospedali spesso c’è rigidità nelle regole e nei modelli. Rigidità che schiaccia le persone. Occorre combattere la cultura del numero, del letto o del caso. La figura professionale del clown dottore può essere di supporto ad una sanità più moderna, che, oltre alla cura, deve essere attenta alla relazione».
Molto interessante è stato l’intervento del dott. Fulvio Moramarco, pediatra, direttore della scuola di clown terapia.
«In ospedale i bambini, stravolti da orari diversi o da medici che per incapacità o per tensione non riescono a comunicare, hanno bisogno del sorriso e della carezza» ha affermato il dott. Moramarco. «Grazie all’attività del clown dottore, complementare a quella dei medici, i bambini guariscono prima».