La critica sul cambio di posizione del Comune, che ora sarebbe contrario alla Riserva
Premessa
In riferimento alle precedenti C. di S. del 24.06.2011 e del 15.11.2011, lo scrivente Comitato Cittadino Antinucleare di Maruggio, portatore di interessi diffusi, nello specifico di tutela della natura, si esprime in modo favorevole all’istituzione, ai sensi dell’art. 6 della L. R. n° 19/1997 e ss.mm.ii., della Riserva Naturale Regionale “Dune di Campomarino e Torrente Borraco”, intesa come strumento per valorizzare e riqualificare il territorio e l’ambiente del Comune di Maruggio.
Consapevoli che questo territorio ha delle peculiarità ed unicità specifiche nella sua biodiversità, sia di carattere ambientale che storico-architettonico, si auspica che vi sia una tutela più ampia dello stesso. La Riserva in questione non può essere concepita come isola a sé stante, staccata dai territori circostanti. Questi dovrebbero essere concepiti come ambienti cuscinetto alla Riserva stessa e non come ipotetiche fonti di interessi privati, che sicuramente trarrebbero vantaggio dalle vicinanze con l’area protetta.
Elementi di criticità
a) Il Comune di Maruggio nel consiglio Comunale del 27.03.2009 ha già espresso parere favorevole per un piano di lottizzazione di un’area in c.da Mirante, contigua alla futura Riserva naturale, ipotizzando per quella zona, ad oggi non edificata, la realizzazione da parte di privati di progetti immobiliari.
b) Il suddetto punto riveste un’importanza particolare considerando che l’area in questione sottende già un certo livello di antropizzazione, vedi i complessi residenziali esistenti utilizzati per il solo breve periodo estivo, e che un ulteriore aumento della pressione antropica, attraverso altre lottizzazioni, creerebbe soltanto un aumento della cementificazione del territorio, a discapito magari anche di quel turismo di una certa qualità, caratterizzata più dagli aspetti rurali, storici e dalle tradizioni di un ambiente.
c) Su alcune aree penetranti nell’entroterra a monte della progettanda Riserva sono già stati realizzati su terreni agricoli una serie di impianti industriali alimentati da fonte fotovoltaica e sono in itinere progetti per la realizzazione di impianti rinnovabili di potenza ancora superiore (vedi impianto fotovoltaico da 6,7 MWp da realizzare in località Marmo Rosa in attesa di rilascio dell’Autorizzazione Unica regionale ed impianto eolico composto da 6 aerogeneratori ciascuno da 3 MWp da realizzare tra le c.de Fabbriche e Tremola). Tutto questo sembra enormemente in contraddizione, da un punto di vista paesaggistico, con la realizzazione di una Riserva naturale che ha invece lo scopo di mantenere inalterati gli elementi identitari tipici di un determinato ambiente.
d) Si tenga presente che proprio negli innanzi detti territori penetranti è in itinere un progetto per realizzare una mastodontica strada (la cosiddetta Regionale n° 8 o altrimenti chiamata Litoranea interna da Talsano ad Avetrana). Quest’opera non solo risulta sovradimensionata per il traffico locale, non rilevante per l’economia autoctona, impattante sull’assetto idrogeologico del territorio, ma potrebbe avere una incidenza notevole sulla Riserva, considerato che in alcuni punti potrebbe anche attraversarla.
Questa strada potrebbe fungere da sbarramento e peggiorare il deflusso superficiale delle acque piovane verso il mare, quindi verso la Riserva, determinando un aggravio delle aree ad elevata pericolosità idraulica.
In particolare, la medesima impatterebbe sui tanti terreni agricoli dell’agro di Maruggio, destinati ad uliveti, seminativi, vigneti (anche a DOC/DOCG) di quelle aziende agricole che preferirebbero fare dell’integrità del paesaggio naturale e della compatibilità ambientale, un punto di forza della propria attività economica.
e) Per quanto riguarda l’aspetto storico-culturale-architettonico-ambientale si può ragionevolmente affermare che la Regione Puglia ha delle caratteristiche uniche in un panorama anche sovranazionale. Queste sue peculiarità, soprattutto negli ultimi decenni, si stanno sempre più sgretolando grazie agli abusi continui perpetrati a danno del territorio e della collettività.
La realizzazione di Riserve regionali, quindi, può essere intesa come coltivazione di quella cultura a tutela e preservazione del patrimonio già esistente e che non necessita di alcuno sforzo per costruirlo. Tale cultura dovrebbe essere alla base di ogni singola comunità, indipendentemente dai finanziamenti economici che possono derivarne dalla realizzazione di queste aree, intese in questo modo come patrimonio collettivo e non come sperpero di denaro pubblico.
Nello specifico
Nel Comune di Maruggio questo si traduce nel preservare tutto ciò che si trova a monte ed a valle della costituenda Riserva, visto che l’intero territorio geograficamente si estende essenzialmente lungo la costa, ci si riferisce in particolar modo:
1) alle dune di sabbia lungo il litorale;
2) alle distese di macchia mediterranea ed alle diverse migliaia di piante di ulivo plurisecolare sparse sull’intero territorio maruggese (altro che le sole poco più di cento piante censite fino ad oggi in ottemperanza alla L. R. n. 14 del 4/06/2007 per la tutela degli ulivi monumentali di Puglia);
3) alla quantità innumerevole di masserie, ormai in disuso e decadenti, documentanti un’attività di allevamento da tempo scomparsa;
4) ai disseminati trulli, costruzioni simil-nuraghi, muretti a secco e cappelle votive testimonianza di una cultura della lavorazione della pietra alla base della storia e dell’economia locale e pugliese in genere;
5) a tutti quegli elementi di cui questo territorio è impregnato quali simboli di culla di numerose civiltà (vedi i numerosi scritti in merito) che nel tempo hanno si depredato tanto nella nostra regione, ma nello stesso tempo tanto hanno lasciato, in netto contrasto con tutto quello che attua la cosiddetta civiltà contemporanea che, depredando e annientando i nostri ambienti, interrompe la memoria storica delle collettività e dei territori pugliesi.
Comitato Cittadino Antinucleare Maruggio