L’analogia con l’inchiesta per un altro concorso per primario dell’ospedale di Manduria…
L'operato di Vendola è finito al vaglio della Procura dopo le rivelazioni sul “sistema sanità” emerse dagli interrogatori a cui è stata sottoposta Lea Cosentino, ex supermanager della più grande Asl pugliese: dal racconto della fascinosa avvocatessa salentina gli inquirenti hanno potuto acquisire una mappa dettagliata dei metodi con cui la maggioranza di centrosinistra si approcciava alla gestione di appalti e come sarebbe intervenuta con “raccomandazioni progressiste” per la nomina dei primari.
La reazione di Nikita è stata immediata: «Mi dichiaro assolutamente sereno. Perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza. Ho ricevuto dalle mani di alcuni finanzieri l’avviso di conclusione delle indagini sul concorso per primario di chirurgia toracica nell’ospedale San Paolo di Bari che è stato vinto dal professore Paolo Sardelli e mi si addebita di aver favorito la sua nomina».
Vendola prima ha definito il suo coinvolgimento frutto del risentimento che la Cosentino coverebbe nei suoi confronti, dal momento che l’ha licenziata dopo le prime avvisaglie della Sanitopoli, e poi ha respinto ogni schizzo di fango.
“A questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore”.
Nell’avviso di conclusione delle indagini il procuratore Lino Giorgio Bruno, insieme ai sostituti Desirè Digeronimo e Francesco Bretone, ipotizzano che l’imparzialità della pubblica amministrazione sarebbe stata violata dalla Cosentino «su istigazione e determinazione di Vendola», che avrebbe assicurato a Lady Asl “la propria protezione" da eventuali rilievi o iniziative dei terzi cointeressati”.
La Cosentino nel dicembre scorso aveva così spiegato agli inquirenti: «Nel 2008 era andato in pensione il professor Carpagnano. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo; espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, capo gabinetto di Vendola, che l'istituzione non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi”.
La Cosentino, nonostante fosse in dissenso con Vendola, riaprii i termini del concorso “con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura”.
Sarcastica la reazione dei coordinatori regionali del Pdl, Francesco Amoruso e Antonio Distaso.
“Dopo anni, le montagne di inchieste giudiziarie aperte sulla gestione degli Enti Locali pugliesi da parte della sinistra partoriscono ostriche, cozze pelose e topolini. Prendiamo altresì atto che, ancora una volta, e come accaduto per Emiliano, anche Vendola poteva non sapere”.
Non è sorpreso dell’iscrizione di Vendola nel registro degli indagati Alberto Tedesco, senatore eletto nelle liste Pd e ex assessore alla Sanità.
«Nichi si dice sereno e avrà i suoi buoni motivi. Dovrebbe dimettersi? È una scelta che attiene alla sua volontà e alla coerenza con le sue affermazioni passate».