Una funzione del plurilinguismo tra la tradizione e il moderno
“Dante letto dagli scrittori tarantini”.
È questo il tema del percorso letterario organizzato dal Sindacato Libero Scrittori Italiani in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” e con l’Associazione Culturale “Berto Ricci” organizzato per lunedì 23 aprile prossimo nella sala della Biblioteca di Maruggio – Taranto.
All’incontro, introdotto da Tonino Filomena, presidente del “Berto Ricci” e componente regionale del Sindacato, relazionerà Pierfranco Bruni, responsabile del progetto “Plurilinguismo in Pascoli e nella letteratura italiana” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. e vice presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani.
Il punto di riferimento resta la figura di Dante, nell’anno pascoliano, proposta, in modo particolare, da Giacinto Spagnoletti, nei suoi studi, e da Cosimo Fornaro grazie al suo libro sulla Costellazione Dante, metafora di un viaggio tra il Dante nella contemporaneità.
Pierfranco Bruni, che pubblicherà un saggio su tale argomento, anticiperà alcuni riferimenti che riguardano i temi del “dantismo” tra le parole e gli scritti di alcuni scrittori nati a Taranto e dintorni. Infatti, oltre a Spagnoletti e Fornaro, Bruni, con Filomena, affronterà gli studi di Giuseppe Troccoli, calabrese ma con forti contatti su Taranto, ha insegnato al liceo ginnasio “Archita” tarantino, che ha scritto due importanti testi su Dante e tra questi un commento al “Purgatorio” e gli scritti di Pasquale Lamanna, che ha sottolineato l’importanza di un Dante letto oltre la scuola. Su tale incontro Pierfranco Bruni ha anticipato una sua riflessione.
«Mi sembra che sia Spagnoletti che Fornaro innovano la lettura classica di Dante e colgono nei suoi versi la lingua della poesia e la metafisica dello scavo esistenziale. I due lavori hanno la stessa data, come si può evincere. Ma mentre Spagnoletti fa un lavoro a ragnatela all’interno di una letteratura il cui incipit segna la svolta stilnovista che giunge sino all’Umanesimo, Fornaro crea degli intrecci formidabili come quelli con Pound, nel quale si vive, in un viaggio indefinibile, l’universalità dei “Canti Pisani” e con Kafka, il cui senso è nell’ironia del mistero».
È proprio su un articolato mosaico giocato tra tradizione e innovazione nel Dante proposto, come personaggio e poeta nella contemporaneità, che Pierfranco Bruni si soffermerà in un suo nuovo lavoro, e nella sua conversazione anticiperà tali aspetti. «Una ricontestualizzazione», ha affermato Pierfranco Bruni, «in un processo culturale in cui la letteratura formatasi sulle rive di Taranto ha letto Dante offrendo diverse interpretazioni e questo è una cifra di come il contemporaneo non smette di leggere i modelli della tradizione ma ha anche l’autorevolezza di una interpretazione originale come nel caso di Spagnoletti e Fornaro, scrittori della Magna Grecia, i cui testi andrebbero vissuti in una dimensione sia letteraria che simbolica o simbolista spogliando il tutto dell’ “antico” che sfugge alla contemporaneità».
“Dante letto dagli scrittori tarantini” è una proposta che il Sindacato Libero Scrittori e le due associazioni proporranno come modello di comparazione per leggere spaccati della cultura italiana.
«Taranto come intreccio delle culture della Magna Grecia», ribadisce Tonino Filomena, «non è soltanto una metafora della cultura ma è una prospettiva fortemente propositiva ad un Dante letto dentro i territori grazie agli scrittori che hanno vissuto l’esperienza dantesca con studi seri, appropriati in una visione nazionale».
Un incontro che segna l’inizio di un lavoro sul ruolo di Dante nella lingua e tra i poeti del Novecento in una ampia visione legata al plurilinguismo della cultura letteraria contemporanea.