sabato 23 novembre 2024


25/04/2012 08:54:28 - Maruggio - Cultura

Un Dante templare ed esoterico

 
Un importante incontro di studi su “Dante letto dagli scrittori tarantini” si è svolto a Maruggio davanti a un pubblico interessato che ha partecipato attivamente al dibattito.
La manifestazione è stata organizzata dal Sindacato Libero Scrittori Italiani in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” e con l’Associazione Culturale “Berto Ricci”.
All’incontro, introdotto da Tonino Filomena, presidente del “Berto Ricci” e componente regionale del Sindacato, che ha letto la figura di Dante attraverso le recenti bibliografie, ha relazionato Pierfranco Bruni, responsabile del progetto “Plurilinguismo in Pascoli e nella letteratura italiana” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e vice presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani.
La figura di Dante, nell’anno pascoliano, è stata al centro della discussione grazie alle proposte degli studi, in modo particolare, di Giacinto Spagnoletti, che ha curato diversi testi di Dante, e di Cosimo Fornaro grazie al suo libro sulla Costellazione Dante, metafora di un viaggio tra il Dante nella contemporaneità.
Pierfranco Bruni, che pubblicherà un saggio su tale argomento, ha anticipato alcuni riferimenti che hanno riguardato i temi del “dantismo” tra le parole e gli scritti di alcuni scrittori nati a Taranto e dintorni. Infatti, oltre a Spagnoletti e Fornaro, Bruni, con Filomena, hanno affrontato gli studi di Giuseppe Troccoli, calabrese ma con forti contatti su Taranto, ha insegnato al liceo ginnasio “Archita”, che ha scritto due importanti testi su Dante e tra questi un commento al “Purgatorio” e gli scritti di Pasquale Lamanna, che ha sottolineato l’importanza di un Dante letto oltre la scuola.
«Mi sembra che sia Spagnoletti che Fornaio, ha affermato Pierfranco Bruni, innovano la lettura classica di Dante e colgono nei suoi versi la lingua della poesia e la metafisica dello scavo esistenziale. I due lavori hanno la stessa data, come si può evincere. Ma mentre Spagnoletti fa un lavoro a ragnatela all’interno di una letteratura il cui incipit segna la svolta stilnovista che giunge sino all’Umanesimo, Fornaro crea degli intrecci formidabili come quelli con Pound, nel quale si vive, in un viaggio indefinibile, l’universalità dei “Canti Pisani” e con Kafka, il cui senso è nell’ironia del mistero».
È proprio su un articolato mosaico giocato tra tradizione e innovazione nel Dante proposto, come personaggio e poeta nella contemporaneità, che Pierfranco Bruni si soffermerà in un suo nuovo lavoro, e nella sua conversazione, spronato da Filomena, ha precisato tali aspetti.
«Una ricontestualizzazione», ha affermato ancora Pierfranco Bruni, «in un processo culturale in cui la letteratura formatasi sulle rive di Taranto ha letto Dante offrendo diverse interpretazioni e questo è una cifra di come il contemporaneo non smette di leggere i modelli della tradizione ma ha anche l’autorevolezza di una interpretazione originale come nel caso di Spagnoletti e Fornaro, scrittori della Magna Grecia, i cui testi andrebbero vissuti in una dimensione sia letteraria che simbolica o simbolista spogliando il tutto dell’ “antico” che sfugge alla contemporaneità».
“Dante letto dagli scrittori tarantini” è una proposta che il Sindacato Libero Scrittori e le due associazioni proporranno come modello di comparazione per leggere spaccati della cultura italiana.
«Taranto come intreccio delle culture della Magna Grecia», ha ribadito Tonino Filomena, «non è soltanto una metafora della cultura ma è una prospettiva fortemente propositiva ad un Dante letto dentro i territori grazie agli scrittori che hanno vissuto l’esperienza dantesca con studi seri, appropriati in una visione nazionale».
Un incontro che ha siglato l’inizio di un lavoro sul ruolo di Dante nella lingua e tra i poeti del Novecento in una ampia visione legata al plurilinguismo della cultura letteraria contemporanea.
Filomena nel concludere i lavori ha precisato: «Dante come figura centrale ma intorno alle sue “crociate” si muove un pensiero che non è più unico e va da Evola a Guenon, da Berto Ricci al modello esoterico templare. Dante va letto anche dentro questo messaggio».










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