Gli scavi in via Porta Lupiae: la tomba, stranamente, non era stata coperta da un lastrone
Uno scheletro, forse di una donna, con quattro vasetti a vernice nera, quindi databili verso la metà del IV secolo avanti Cristo. Ma con una particolarità che rende forse unica questa tomba venuta alla luce ieri mattina, negli scavi in atto in via Porta Lupiae, a Manduria (è una traversa della via per Lecce, a non molta distanza di una cerchia di mura messapiche): la tomba non aveva un lastrone di copertura. Dopo la deposizione del corpo e delle quattro anforette, classico corredo funerario del periodo messapico, la tomba era stata ricoperta con terra e pietrame.
Continuano a venire alla luce altre testimonianze della presenza del popolo messapico a Manduria. Grazie agli scavi condotti dalla Soprintendenza (la direzione scientifica è affidata al soprintendente Arcangelo Alessio), ed eseguiti dall'azienda specializzata di Gregorio Tarentini, con la redazione della documentazione affidata all’archeologo manduriano Gianfranco Dimitri, dello studio di consulenza archeologica “Damatra”. Scavi commissionati e sovvenzionati dall’Amministrazione Comunale come saggi nella zona storica della città, che sarà interessata dalla posa in opera della rete fognaria. E che hanno portato alla luce già 15 nuove tombe.
Dopo l’area confinante con il parco archeologico (nei pressi del passaggio a livello, lungo la via per Sant’Antonio) e del centro storico di Manduria (i vicoletti alle spalle della chiesa Madre e una parallela di viale Mancini), ora i saggi si sono spostati in un’altra zona archeologicamente molto interessante: via Porta Lupiae, una perpendicolare a via per Lecce, nella zona opposta al tratto di mura messapiche che è sopravvissuto per oltre due millenni. Dopo aver trovato buchi per i pali (di epoca precedente: VI sec. a.C.), oggi la nuova deposizione funeraria, anche se inusuale.
Nella galleria altre foto degli scavi e dei rinvenimenti.