E’ dedicato a “Superga e i ragazzi del 49“
Un’altra grande soddisfazione per Pietro Capogrosso che, dopo gli ultimi otto libri già pubblicati, questa volta ha valicato i confini della Puglia, per presentare il suo ultimo lavoro, “Superga e i ragazzi del 49“ inserito all’interno di una raccolta dal titolo “Il Toro visto da…lontano” edito da “Editoriale Giorni”.
Si tratta di una ricostruzione accurata e documentata, arricchita da foto inedite, dei giorni successivi la tragedia aerea, nella quale, sulla collina di Superga, perì il mitico “Grande Torino”, con dirigenti e giornalisti al seguito. Il libro parla dei ragazzi che ne presero la pesante eredità e che furono chiamati a formare la compagine che completò il campionato che il Grande Torino non poté terminare. L’autore lo ha presentato domenica 13 maggio presso l’ A.S.D. Polisportiva Bettini di Cinecittà a Roma ed è, inoltre, già presente al Salone del Libro di Torino, città nella quale sarà presentato sabato 19, presso la libreria Dante Alighieri.
Pietro Capogrosso, fin da bambino tifoso granata, ha sempre coltivato il sogno segreto di dare lustro e notorietà ai ragazzi delle giovanili del Torino che, dopo il 4 maggio del 1949, furono convocati per sostituire Castigliano, Ballarin, Ossola, Grezar, Mazzola.
Con molto impegno, lo scrittore ha rintracciato gli oggi ottantenni “ragazzi del 1949”, Vandone, Macchi, Motto, Balbiano, Marchetto, i famigliari di Lusso, Francone, Bersia, ed insieme hanno tracciato un percorso storico e sentimentale, di quelle ormai troppo lontane e dimenticate ultime partite del campionato 1948-49, evidenziando le gioie e i dolori, le speranze e le delusioni, di baldi diciottenni chiamati, di colpo, ad indossare le maglie di grandi campioni, e a calcare il rettangolo di gioco del mitico Filadelfia.
Nel libro sono presenti anche le testimonianze di alcuni calciatori blucerchiati, fiorentini, genoani e palermitani, che furono cavallereschi avversari in quel tragico momento del calcio italiano, ed una piccola curiosità, al funerale, tra le tante corone di fiori, arrivò anche quella dell’Unione Sportiva Manduria, che volle così onorare i campioni.
Il libro non parla di atleti viziati, milionari e scommettitori, ma di ragazzi appena maggiorenni che, pur facendo parte delle Giovanili del Grande Torino, nella vita quotidiana erano, invece, studenti, falegnami, meccanici, ragazzi normali insomma, figli di quell’Italia della solidarietà, dell’ingegno e del sacrificio.
Per concludere, un libro veramente bello, che potrebbero leggere tutti, non solo gli appassionati di storia calcistica del nostro Paese, per riflettere e capire fino in fondo, attraverso questo tragico avvenimento sportivo, quanto e come sia cambiata questa nostra Italia.