Ora occorrerà vincere, con qualsiasi risultato, nella gara di ritorno
LEVERANO-MANDURIA 1-0
Leverano: Peluso, Tondo, Calasso G., Martano, Greco, Perrone, Ciurlia, Lillo (65' Quarta Dario), Quarta Luciano, Verdesca (91' Calasso M.), Botrugno. A disposizione: Petrelli, Francioso, Spedicato, Roi, Scioni. Allenatore: Castrignanò
Manduria: Fiorentino, Ancora (49’ Malagnino), Coccioli, Marchi, De Florio, Nazaro, Blé, Cocciolo, Peluso, Perlangeli (62' Riezzo), Scala (76' Calò). A disposizione: Quitti, Ferrara, Paticchio, D’alconzo. Allenatore: Passariello
Arbitro: Lillo di Brindisi
Marcatori: 93' Greco
Ammoniti: Quarta L., Perrone e Greco (LEV); Coccioli, Nazaro e Malagnino (MAN)
Angoli: 4 – 0 per il Manduria
Spettatori: 700 con rappresentanza ospite
Recupero: pt 5’ ; st 4’
LEVERANO - Semifinale di andata amara per il Manduria che, nonostante una certa supremazia territoriale e nel computo delle occasioni, viene beffato in pieno recupero da un gol tanto casuale quanto prezioso per i leccesi, in prospettiva della gara di ritorno.
Passariello ritrova a pieno regime Marchi, in cabina di regia, al quale affianca l’esperto Cocciolo, mentre in avanti propone inizialmente Scala, Blé e Perlangeli nel ruolo di trequartisti a supporto dell’unica punta di ruolo, Peluso.
La gara è gradevole sin dalle prime battute e si capisce che entrambe hanno meritato di giocarsi gli spareggi. Il Manduria è più manovriero mentre il Leverano cerca la profondità tentando di approfittare di una possibile indecisione della difesa.
Proprio da un retropassaggio di testa di Nazaro, al minuto 11, nasce un pericolo per Fiorentino, costretto ad uscire a valanga su Botrugno e ad anticiparlo.
Risponde il Manduria al quarto d’ora, con un tiro di collo pieno di Perlangeli dal limite, che sfiora l’incrocio alla destra dell’estremo locale, Peluso.
Passano appena otto minuti quando Luciano Quarta dialoga in velocità sulla fascia destra con Botrugno che gli restituisce palla sul fondo dal quale lo stesso Quarta, con un traversone basso rasoterra, costringe Fiorentino alla parata a terra in due tempi.
Cerca di rendersi pericoloso il Manduria anche sui calci piazzati. Al 27’ De Florio calcia bene dai venticinque metri, ma la palla sfiora il palo alla sinistra del portiere del Leverano.
Poco dopo la mezzora Peluso prova il gol da cineteca, cimentandosi dal limite dell’area in una rovesciata stilisticamente bella, ma la palla va di poco fuori alla sinistra del suo omonimo, numero uno di casa.
Ricordando il gol vittoria della gara di campionato, al 38’ anche Cocciolo prova la soluzione di potenza, calciando un pallone molto bene dal limite, ma la palla finisce di poco alla destra di Peluso.
Il finale di frazione è caratterizzato da un nervosismo accentuato del quale fanno le spese i due capitani, Quarta e Coccioli, che vengono entrambi ammoniti, e Ancora, costretto a lasciare il campo per infortunio.
Passariello nell’intervallo evidentemente richiama i suoi ad una maggiore incisività, tant’è che le prime battute della ripresa vedono il Manduria costantemente in avanti.
Al 52’ Perlangeli, poco incisivo nel primo tempo, si fa vedere dalle parti di Peluso con un tiro dal limite che termina di poco alto.
Tre minuti dopo, De Florio calcia una punizione che finisce di poco alta, mentre, sul
capovolgimento di fronte, si fa vivo il Leverano dalle parti di Fiorentino con l’indomito Luciano Quarta, che scarica un tiro potente dal limite che va di poco alto sulla traversa della porta biancoverde.
Al 64’ l’occasione più ghiotta della partita del Manduria capita sui piedi di Gianni Malagnino, il quale raccoglie un lancio dalle retrovie e se ne va in fuga solitaria sull'out di destra, entra in area e calcia benissimo con palla indirizzata nel sette, ma sulla traiettoria un difensore gli devia la sfera quel tanto che basta per far sì che questa debba essere annotata solo come un'occasione e non come una marcatura. E, ironia della sorte, nonostante l’evidente esultanza del difensore, a conferma del salvataggio operato su Malagnino, l’assistente non si accorge nemmeno della deviazione e non segnala il giusto corner.
Al 68’ azione d’angolo del Manduria, con Peluso che calcia verso il limite e con Cocciolo che cerca la soluzione di potenza, ma la mira è di poco alta.
Schema su punizione dalla destra al minuto 72, con Cocciolo che calcia a mezz’altezza, buco della difesa di casa con De Florio che, in scivolata, cerca il secondo palo, ma lo sfiora soltanto.
Bella l’azione insistita di Malagnino al 77’ che, dalla destra, serve bene Peluso in piena area, il quale viene affrontato da Perrone, vince il contrasto nell'uno contro uno, ma il tiro, praticamente da terra, va solo a fare la barba al palo alla destra del portiere.
Azione in profondità di Blé all'81', il quale effettua un cross radente e preciso per la testa di Peluso che manda la palla di poco a lato.
Quando ormai tutti si attendevano un pareggio a reti bianche, si materializza il bello del calcio o, nel caso del Manduria, la beffa.
Si è in pieno recupero, e al minuto 93 Blé commette fallo sull'out di sinistra. La punizione la batte Dario Quarta, subentrato nella ripresa, con una traiettoria maligna sulla quale la difesa del Manduria, fino a quel momento inappuntabile, viene sorpresa in mischia dalla deviazione di coscia di Greco che manda in visibilio il pubblico leccese e rimanda ogni discorso di qualificazione al “Dimitri” di Manduria, domenica prossima quasi certamente alle ore 18, in deroga all’orario originariamente fissato per le 16.30 .
GIOVANNI GULLI
Addetto stampa U.G. MANDURIA SPORT