La soluzione dell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone è tutt’altro che vicina
Si ricomincia da capo, rileggendo le testimonianze raccolte, cercando un particolare che può essere sfuggito, qualcosa che non è stato notato in un primo momento o che è stato considerato insignificante e invece può rivelarsi importante. A tre giorni dal “botto” di Brindisi, l’analisi di investigatori e inquirenti è inquietante: la soluzione dell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone è tutt’altro che vicina. Nonostante il “colpo di fortuna” – quel video che ha immortalato l’attentatore mentre preme il bottone del telecomando che innesca l’esplosione – del bombarolo cinquantenne con il braccio probabilmente offeso, non c’è traccia.
Certo, è una buona base da cui partire. Anche perchè in quei tre minuti registrati dalla telecamera del chiosco davanti alla scuola, dietro il quale l’attentatore si era nascosto, ci sarebbero altre immagini interessanti. In particolare una in cui si intravede un’ombra, che potrebbe essere quella dell’uomo che ha premuto il telecomando, ma anche quella di un’altra persona. Gli investigatori stanno cercando di renderla più nitida.
C’è un altro elemento, messo da parte nelle prime fasi dell’indagine: la possibilità che il killer abbia utilizzato un “distorsore”, uno strumento che serve a bloccare ogni oggetto elettronico presente nella zona. L’ipotesi, tutta da verificare, nasce dal racconto di alcuni testimoni secondo i quali, poco prima dello scoppio, non avrebbero funzionato nè i telecomandi delle auto nè i telefonini.
Se così fosse, bisognerebbe chiedersi perchè un attentatore così sprovveduto da farsi riprendere per oltre un minuto da una telecamera piazzata a due metri da lui – che avrebbe potuto evitare spostandosi di soli venti centimetri senza perdere la visuale della scuola – sia però in grado di realizzare un congegno abbastanza sofisticato come quello che ha azionato la bomba e abbia avuto l’accortezza di portarsi dietro un distorsore per evitare che un’interferenza disturbasse il suo intento stragista. Tradotto: non si può escludere neanche la possibilità che qualcuno l’abbia mandato lì su commissione, anche se al momento gli investigatori e gli inquirenti sembrano credere poco a questa pista.
In ogni caso l’uomo non si trova. Non lo trovano gli investigatori e non lo trova neanche la criminalità organizzata, che ha fatto sapere – alla gente e agli stessi inquirenti – che il suo obiettivo è prenderlo prima dello Stato per «fare giustizia». Il fatto che l’uomo non si trovi, nonostante un’immagine che, per quanto non chiarisca i dettagli del volto, è abbastanza nitida per quanto riguarda la fisionomia, sta facendo maturare in chi indaga un’ipotesi: chi ha colpito, probabilmente, non è di Brindisi e, forse, neanche di un paese vicino. È indubbio, ragionano gli inquirenti, che più passa il tempo e più è improbabile che l’uomo viva in zona.
Per fare il punto della situazione, il procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta e il sostituto brindisino Milto Stefano De Nozza hanno incontrato gli investigatori in questura per dividersi il lavoro e trovare il bandolo della matassa. Nel pomeriggio hanno fatto un nuovo sopralluogo attorno alla scuola e al chiosco di panini dietro il quale si era appostato l’attentatore, per individuare con maggior certezza le mosse dell’assassino, le possibili vie di fuga, un altro punto dal quale qualcuno potrebbe aver visto quanto accaduto sabato mattina e nelle ore immediatamente precedenti, quando l’ordigno è stato portato davanti alla scuola.
I gruppi di lavoro costituiti si sono divisi i possibili “obiettivi” dell’attentatore, primo su tutti la scuola. Secondo gli inquirenti, infatti, pur non escludendo nessuna ipotesi, al momento resta la “Morvillo-Falcone” la chiave del mistero. E' lì che bisogna cercare il movente dell’attentato. Poliziotti e carabinieri stanno scandagliando la vita di ogni soggetto che frequenta e ha frequentato – per motivi di studio o di lavoro - l'istituto.
In attesa delle risposte scientifiche – i tabulati telefonici, gli esami sui reperti e l’analisi della cella telefonica che copre la scuola arriveranno solo nei prossimi giorni – prosegue la raccolta di testimonianze e la verifica di segnalazioni.