Le Procure di Brindisi e Lecce non trascurano alcuna pista
Ancora un nulla di fatto dalle indagini per l’attentato di sabato scorso alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi che ha provocato la morte della sedicenne Melissa Bassi di Mesagne e provocato il ferimento di dieci ragazze, alunne sempre dello stesso istituto, ricoverate nel reparto grandi ustionati o di ricostruzione plastica tra Brindisi e Lecce.
La più grave, Veronica Capodieci, ricoverata presso l’ospedale di Lecce, alla quale sono state amputate due dita della mano sinistra, non ha più la ventilazione assistita, e continua ad essere sottoposta ad un attento monitoraggio dopo gli interventi subiti per via delle conseguenze della deflagrazione.
L’intervento congiunto delle due Procure di Lecce e di Brindisi, per quanto non escluda alcuna pista, propende per le responsabilità dell’uomo ripreso dalle telecamere, poste ad una trentina di metri dal luogo del disastro, mentre armeggiava con un telecomando o telefonino e di cui è stata data ampio resoconto nel corso dell’informativa parlamentare a cura del Ministro dell’Interno, Cancellieri. Questo alla luce degli esiti delle indagini, poichè da alcuni interrogatori agli alunne dell’istituto è emerso che da diversi giorni un uomo, classificato come un guardone delle ragazzine, il cui identikit potrebbe essere compatibile con quello delle telecamere, si aggirava con fare circospetto nei pressi della scuola durante l’orario di ingresso, allora insospettato.
Intanto l’uomo che era stato fermato ed interrogato risulta estraneo alla vicenda, cosa che parrebbe alimentare la caccia al mostro a dispetto di ogni certezza.
Mimmo Palummieri