giovedě 28 novembre 2024
«Un partito inerte non è il partito della gente»
È il momento delle scelte importanti. Il clima sociale,.jpg)
politico ed economico impone alla politica di rivedere le proprie posizioni, di correggere la rotta dell’attività politica e di considerare la possibilità di liberare la scena nazionale e locale dai ‘pachidermi della politica’, tali non tanto per ragioni anagrafiche quanto per credenze autoreferenziali. Esiste un bisogno diffuso nella comunità dei cittadini dinanzi al quale non si può tenere basso lo sguardo, visto che interpella fortemente i politici e i loro servizio di pubblici amministratori.
politico ed economico impone alla politica di rivedere le proprie posizioni, di correggere la rotta dell’attività politica e di considerare la possibilità di liberare la scena nazionale e locale dai ‘pachidermi della politica’, tali non tanto per ragioni anagrafiche quanto per credenze autoreferenziali. Esiste un bisogno diffuso nella comunità dei cittadini dinanzi al quale non si può tenere basso lo sguardo, visto che interpella fortemente i politici e i loro servizio di pubblici amministratori. L’appuntamento del 6/7 maggio non ha fatto altro che confermare una generale sfiducia delle persone nei confronti dei partiti così come sono attualmente strutturati ed organizzati. Non è l’antipolitica che può garantire un ricambio nella galleria dei volti e delle architetture della dinamica politica sul territorio, atteso che essa vive e si alimenta del voto di protesta che non intacca la natura politica del cittadino, ma legittimamente contesta le pieghe aberranti della politica contemporanea. Tuttavia è giusto sapere che le organizzazioni politiche storicamente sono nate e sono state riconosciute come sedi di elaborazione di pensiero e prospettiva politica coerenti e riconducibili ad una visione dell’uomo e della realtà in cui è chiamato a vivere e realizzarsi. Principi e valori spesso fortemente dialettici fra loro, ma estremamente importanti per aver contribuito a dare unità e libertà al nostro Paese. Il frutto principe e maturo della sintesi tra le diverse impostazioni ideologiche e politiche uscite fuori dall’Italia del Dopoguerra è la nostra Carta costituzionale. In essa è sancito all’ articolo 49 , che “tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti, per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Da ciò scaturisce lo spirito di una politica intesa come corresponsabile costruzione della città dell’uomo, in cui ognuno deve portare il contributo in vista dell’attuazione di quel bene comune che rappresenta di essa il fine ultimo, dimensione valoriale da cui non si può prescindere nel parlare di etica della politica.
All’atto della sua costituzione il Partito Democratico si era fondato sui principi e presupposti di grande valenza democratica radicati essenzialmente sul metodo della partecipazione (elezioni primarie) e sull’idea di una nuova formazione moderna e al passo coi tempi.
Ad oggi la realtà purtroppo non è quella auspicata. Nel corso dl tempo si sono consolidate forme e posizioni correntizie che hanno rafforzato postazioni e dinamiche all’interno che hanno privilegiato l’autoreferenzialità e l’affermarsi dei soliti personaggi. Questo stato di cose ha aumentato nel partito la parcellizzazione dello stesso in ‘zolle politiche’, facendo spesso venire meno il senso collettivo e la ricerca della sintesi delle diverse sensibilità su contenuti programmatici e su prospettive politiche, sminuendo così l’immagine e la credibilità del Partito Democratico agli occhi dell’opinione pubblica.
A fronte di quanto esposto e fuori da qualsivoglia strumentalizzazione di sorta, riteniamo che sia giunta l’ora di riprendere un percorso interrotto e ritrovarci per sostenere un confronto intenso, sincero e trasversale a tutte le anime del Partito Democratico per il bene del partito stesso e della società italiana.
Con tali sentimenti abbiamo inteso darci appuntamento il giorno 18 giugno alle ore 17.30 presso il Salone di Rappresentanza della Provincia per scrivere insieme il Manifesto della Nuova Stagione del PD, convinti come siamo che la rappresentanza politica non appartiene ad una cerchia ristretta, ma a quel vasto popolo di militanti e non, a cui guarda con fiducia e speranza il nostro partito.
I consiglieri provinciali del gruppo PD: Maria Teresa Alfonso, Giovanni Azzaro, Piero Bitetti, Vito Cassano, Carmine Montemurro, Luigi Pinto, Luciano Santoro, Giuseppe Turco.
Bartolo Punzi, consigliere provinciale indipendente.
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