Ma i margini di trattativa sembrano molto ristretti…
L’ultima spiaggia per tentare una mediazione con la Regione Puglia resta l’audizione che la Commissione Sanità ha concesso al comitato “Pro Marianna Giannuzzi”. In quell’occasione Giuseppe Dimonopoli e Maria Josè Calò saranno accompagnati anche dai sindaci dei comuni del versante orientale della provincia, compreso chiaramente il commissario prefettizio del Comune di Manduria. Probabilmente (considerati gli impegni assunti pubblicamente l’altro ieri sera), ci sarà anche il presidente regionale del Pd, Michele Emiliano, a perorare la rivendicazione di una sanità più equa avanzata da tutto il comprensorio.
Questa è la strada che stanno seguendo anche i due assessori provinciali Lanzo e Massaro, e i consiglieri provinciali Punzi, Lariccia e Turco.
«In Commissione Sanità è stato stabilito che verranno ascoltati tutti coloro che avanzeranno una richiesta in tal senso entro la metà di luglio» rende noto Umberto Lanzo, fra i più attivi nella mobilitazione contro il depotenziamento del “Giannuzzi”. «E’ stato altresì stabilito che la Regione Puglia riprenderà l’esame del Piano di Riordino sono quando saranno terminate tutte le audizioni».
I margini di un ripensamento sono minimi. Attolini, d’altronde, lo ha già fatto intendere alla delegazione dei quattro ex Pd che ha ricevuto nei giorni scorsi a Bari. L’assurda controproposta sarebbe quella di accettare, in cambio della soppressione del Punto Nascite, un altro servizio al “Giannuzzi”… Una sorta di inaccettabile baratto, insomma, da consumarsi sulla pelle dell’utenza, e in particolare delle donne di questa zona che dovranno rivolgersi a strutture sanitarie lontane almeno 40 chilometri per essere assistite nei nove mesi della gravidanza, oppure dovranno scegliere di far nascere i propri figli in altre province, contribuendo a far crescere la spesa sanitaria della Asl jonica.
Però è l’ultima carta che Manduria e gli altri centri di quest’area intendono giocarsi, prima di imboccare la strada delle carte bollate.
Se la fumata dovesse essere ancora nera, infatti, i sindaci di Avetrana, Sava, Maruggio, Fragagnano, Lizzano e Torricella, unitamente al commissario prefettizio del Comune di Manduria, sono già d’accordo nell’assegnare un incarico ad un legale di fiducia per far valere le proprie ragioni dinnanzi ai giudici del Tribunale Amministrativo.
Via che aveva già imboccato autonomamente l’Amministrazione Comunale di Manduria, allora rappresentata dal sindaco Paolo Tommasino, quando la Asl decise di chiudere, seppur provvisoriamente, il Punto Nascite del “Giannuzzi” relativamente agli ultimi mesi del 2011.
«Quel nostro ricorso non fu accolto» spiega l’ex presidente del Consiglio Comunale, Leo Girardi, «solo perché, al momento della sua discussione, la Asl, nel frattempo, aveva riaperto il Punto Nascite. Non c’era più, ovvero, la ragione fondamentale del nostro ricorso».
Ma adesso, purtroppo, non si tratta più di una chiusura temporanea, avendo la Regione Puglia decretato la dismissione definitiva di ben tre servizi dell’ospedale manduriano: “Ostetricia e Ginecologia”, “Pediatria” e “Utic”.