«Se vogliamo che si affermi la nostra volontà in merito al destino del nostro territorio, si deve inaugurare la fase dell’opposizione decisa, mobilitando le popolazioni più e meglio di quanto si sia finora fatto»
«Le dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’assessore Amati non modificano di una virgola quanto da lui esposto nel corso della seduta di Consiglio Comunale di Manduria del settembre 2011. Nulla di diverso o di più concreto rispetto alle promesse, fatte in quella sede, di un possibile uso irriguo delle acque depurate in tabella 4: infatti, la recente delibera di Giunta cui egli fa riferimento, subordina la realizzazione di un eventuale impianto di affinamento delle acque per il conseguente riuso in agricoltura, alla messa in esercizio dell’impianto così com’è in progetto, con tanto di condotta sottomarina. Per di più, né per l’impianto di affinamento né per la rete di distribuzione ( tutta da costruire) prevede un euro d’impegno di spesa: si rinvia pertanto tutto ad un indefinito domani, mentre fra pochi giorni scadranno i termini del bando di gara e si procederà all’aggiudicazione dell’appalto. Questa è la nuda realtà dei fatti, che ci induce ad affermare che sinora l’Assessore Amati non ha fatto altro che prendere tempo, sfiancando amministrazioni comunali e comitati con la richiesta di alternative , che poi vengono regolarmente dichiarate non fattibili, mentre procede come un treno nel porre in essere il progetto redatto da A.Q.P., che, lo ricordiamo, sta andando in gara con lo scarico ancora in tabella 2 . Ora tira fuori dal cilindro questo ulteriore illusorio obiettivo: una richiesta, da reiterare al Parlamento nazionale, affinchè approvi una deroga al decreto legislativo 152 e consenta lo scarico delle acque depurate in falda. Ma , ammesso che questa deroga sia possibile richiederla, a modifica oltre tutto di direttive europee, di quali tempi stiamo parlando? Con tutti i problemi e i malumori che agitano in questo periodo il Parlamento, possiamo davvero sperare che essa possa essere approvata prima che l’impianto sia bell’e finito, lì dove è previsto e con tanto di scarico in mare? Non vogliamo dubitare che l’Assessore Amati auspichi realmente che si verifichi questa possibilità, che, oltre tutto, gli procurerebbe, in queste lande, una marea di consensi, ma nello stesso tempo non possiamo fare a meno di sentirci come i cani da corsa che vengono messi a inseguire la lepre, senza mai raggiungerla! Quanto poi alle considerazioni dell’Assessore sulla nostra abitudine di sguazzare in acque inquinate da ogni sorta di liquami, incuranti delle malattie che regolarmente ci contagiano, ci limitiamo a rispondergli che, quand’anche ciò fosse vero, il “suo” depuratore non cambierebbe di un capello la situazione, perché le marine una rete fognante non ce l’hanno né si prevede che ce l’abbiano nel prossimo futuro, date le difficoltà tecniche oltre che finanziarie che bisognerebbe affrontare per realizzarla, e che una condotta lunga 16 chilometri di liquami in pressione rappresenta un rischio più che reale di inquinamento del suolo.
Noi crediamo che il tempo dell’interlocuzione e della collaborazione con l’Assessorato regionale e con l’A.Q.P. sia finito da un pezzo e che, se vogliamo che si affermi la nostra volontà in merito al destino del nostro territorio, si debba inaugurare la fase dell’opposizione decisa, mobilitando le popolazioni più e meglio di quanto si sia finora fatto. Urge individuare nuove strategie di lotta e nuove forme organizzative, in grado di mobilitare contemporaneamente le amministrazioni e le popolazioni di tutti i Comuni, interessati alla fruizione del nostro litorale, in azioni mirate e mediaticamente efficaci, affinchè tutta questa vicenda abbia finalmente il risalto che merita».
Esecutivo cittadino dei Verdi di Manduria