Ecco il testo della lettera inviata a Giorgio Napolitano
Sig. Presidente ci permettiamo di rivolgerci a Lei perchè, dall'alto del Suo Magistero e nell'ambito delle Sue prerogative istituzionali,sensibile come pochi ai drammi umani e sociali che noi cittadini stiamo vivendo, trovi il tempo e il modo per renderci giustizia.
Siamo cittadini di alcuni paesi della provincia di Taranto, firmatari di una petizione avviata dal locale comitato “Marianna Giannuzzi” in difesa del diritto alla salute e per la salvaguardia dell’unico ospedale della vasta zona Orientale della stessa provincia.
Il 29/11/2010 la Regione Puglia sottoscriveva con il Ministro della salute e con il Ministro dell’Economia e Finanze il cosiddetto “Piano di rientro e di riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale”. Con questo piano (recepito dalla L.R. n.2/2011) il governo regionale assumeva l’onere di avviare un programma di riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, conseguendo in tal modo il riequilibrio del bilancio sanitario, necessario per accedere al finanziamento integrativo a carico dello Stato comeprevedono l'art.1comma180 L. n. 311/2004 (Legge Finanziaria 2005) e l'art.2 comma 97 n. 191/2009 (Legge Finanziaria del 2010).
In conseguenza a quanto sopra la Giunta Regionale, con deliberazione n.2791 del 15/12/2010 adottava il Regolamento Regionale n. 18 del 16/12/2010 cosiddetto PAL (Piano Attuativo Locale). Con il PAL, per quanto riguarda l’ospedale “Marianna Giannuzzi” di Manduria si prevedeva si una riduzione dei posti letto, ma venivano conservate le specialità operanti:Cardiologia-Utic, Chirurgia Generale, Medicina Interna, Nefrologia e Dialisi, Ortopedia, Ostreticia e Ginecologia, Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza.
Venivano contemporaneamente investiti ulteriori 700.000 euro per il completamento del reparto di Rianimazione e Terapia Intensiva.
La necessità di mantenere quasi invariato il numero dei posti letto, la conferma delle successive norme di programmazione regionale che vanno dal Piano Sanitario Regionale, al PAL, al Piano di Rientro. Infatti, è stato sempre tenuto in debito conto, con estrema obiettività, la circostanza che Manduria si trova al centro di tre province, che il suo estremo ed interprovinciale comprensorio serve una costa di circa 30 chilometri, affollatissima nel periodo estivo e mal collegata con il capoluogo di provincia di Taranto e con altri ospedali.
Manduria, dunque, trovandosi al confine di territorio e quindi in una localizzazione ideale, dal punto di vista geografico e strutturale, per servire l’utenza dell’intero bacino di riferimento, assume un’importanza strategica fondamentale.
L’evidente funzione strategica nell’ambito della programmazione regionale dell’ospedale di Manduria ha portato al recente investimento di fondi regionali dell’importo pari a 3.500.000 euro per la ristrutturazione, adeguamento delle strutture tecnologiche dei vari reparti. Tra questi lavori vi sono anche quelli relativi al reparto di Ostreticia e Ginecologia, destinati al potenziamento dello stesso. Di recente, sono stati altresì investiti ulteriori 664.736,08 euro per il reparto di Rianimazione e Terapia Intensiva.
Per questi motivi, veramente, non si riesce a comprendere quali siano stati le ragioni della deliberazione della giunta regionale n. 1110 del 05/06/2012 (codice CIFRA: AOS/DEL/2012/00050) mediante la quale, nel volgere di una notte, sono stati sovvertiti tutti gli impegni assunti e cancellata tutta la programmazione precedente. E’ forte il sospetto che Manduria, non avendo “santi in paradiso”, sia stata sacrificata in nome della più spudorata spartizione partitica. Sopprimere il punto nascita, la ginecologia ed ostreticia dell’ospedale di Manduria, cancellare l’Utic, depotenziando la S.C. Di Cardiologia, cancellare l’Oculistica, trasferendo queste attività specialistiche presso altri ospedali prima destinati alla chiusura, situati in prossimità dell’ospedale di Taranto e di altre strutture ospedaliere, significa compiere scelte irresponsabili e rischiose che non tengono assolutamente conto della salute del cittadino sacrificandolo a vantaggio di interessi particolari e di parte.
In questa delibera si portano a giustificazione delle scelte compiute le “linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo” (16 dicembre 2010). In particolare l’allegato1a di questo accordo prevede l’inizio di un percorso che dovrà portare alla chiusura definitiva dei reparti maternità dove si effettuano meno di 500 parti all’anno.
E’ vero, negli ultimi anni presso il reparto di Ostetricia dell’ospedale di Manduria sono stati effettuati meno di 500 parti anno, si dimenticano però bellamente gli altri criteri di valutazione espressi nel suddetto accordo come territorialità, criterio quest’ultimo, adottato per mantenere il punto nascita in un altro ospedale come quello di Scorrano (LE), che vede l’effettuarsi di circa 400 parti per anno e che può contare sull’operato di sei medici. Quello di Manduria effettua circa 250 parti per anno, ma da tempo vede operare un solo medico!
Come mai per così lungo tempo si è lasciato in deficit ci organico l’equipe medica di questo reparto? Perchè non è stato bandito un concorso per direttore di Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia del Giannuzzi? Ma vi è di più: non trova alcuna giustificazione lo spostamento del punto nascita dall’ospedale di Manduria presso altre strutture prive di Cardiologia-Utic e reparto di Rianimazione e Terapia Intensiva. Forse è per questo che con pervicacia, colta l’occasione, si è scelto di ridurre anche l’attività della Struttura Complessa di Cardiologia-Utic, cancellando i posti di Terapia Intensiva Coronarica per trasferirli in altre strutture ospedaliere dove prima non erano previsti.
Si è scelto così di potenziare una Struttura che tratta circa ottanta infarti per anno, che è inserita perfettamente, con competenza riconosciuta, in un sistema a rete del tipo hub-spoke, per avviare lo stesso percorso presso l’ospedale di Castellaneta, ospedale molto vicino ad altre strutture, anche esse dotate di UTIC ed emodinamica, privando poi di fatto la vasta area della zona orientale della provincia di Taranto (Manduria e paesi limitrofi) di un presidio indispensabile per la cura di patologie importanti che mettono a rischio di vita: a chi si rivolgeranno, dove e come saranno curate le persone colte da infarto di Manduria, Avetrana, Maruggio ecc.?
Come vede sig. Presidente non è possibile non vivere queste decisioni come un sopruso. Molte sono le circostanze che indicano che non si è agito con logica amministrativa (lo spreco disinvolto di denaro pubblico, l’azione amministrativa piegata a scelte di parte e favoritismi particolari). Con molta amarezza siamo costretti a constatare che sono queste le vicende che allontanano dalla Politica. I partiti hanno perso un’altra occasione si stare veramente dalla pare della gente, dei bisogni e del diritto.
Non scelte condivise, ma imposizioni quasi punitive. La preghiamo signor Presidente, ci renda giustizia!
Abbiamo allegato copia delle 15.000 firme raccolte, mappa del territorio di Manduria e dei paesi limitrofi, mappa del territorio di Scorrano, copia della delibera della giunta regionale, copia della lettera dei sindaci indirizzata al Presidente Vendola.
Il comitato pro “M. Giannuzzi”