Sembrano tanto un escamotage utilizzato per far sbollire la protesta
Giornata intensa di audizioni l’altro ieri mattina presso la sede della Commissione regionale che si occupa di sanità. Le rivendicazioni delle comunità del versante orientale della provincia di Taranto sono state rappresentate sia dagli attivisti del comitato cittadino “Pro Marianna Giannuzzi”, sia dai sindaci di tutti i comuni che ricadono nell’area servita dal “Giannuzzi”.
Come aveva già fatto lunedì mattina il presidente dell’associazione manduriana “Dare Aiuto agli Indifesi”, Nazario Nardella, all’assessore Attolini, al presidente della Commissione Marino e agli altri componenti sono state elencate le copiose motivazioni alla base della richiesta di rivedere la scelta dell’ubicazione del terzo Punto Nascite pubblico della provincia di Taranto.
Proprio Nardella, lunedì, ha depositato, oltre all’atto di diffida alla Regione Puglia relativo alla delibera del giugno scorso contenente gli ultimi provvedimenti in tema di sanità, anche le lettere di risposta del direttore sanitario degli ospedali di Manduria e Grottaglie su alcuni quesiti precisi.
«Ho chiesto come si comporta l’ospedale di Grottaglie, che non ha servizi di sicurezza per la partoriente e per il nascituro, qualora si verificano delle complicazioni durante il parto» racconta Nazario Nardella. «Mi è stato risposto che, in determinate condizioni di difficoltà, la puerpera viene trasferita a Taranto. Perché, allora, preferire Grottaglie a Manduria, che presto avrà la Rianimazione?».
Anche i sindaci del versante orientale della provincia jonica, unitamente ai rappresentanti del comitato “Pro Giannuzzi” (ieri accompagnati da una cinquantina di operatori della sanità e di gente comune), hanno cercato di dimostrare, avvalendosi di dati di fatto, che la scelta del “San Marco” è «contraddittoria e illogica», e che viola «i principi di territorialità e di continuità assistenziale».
Contestati anche i numeri relativi ai parti nei due ospedali.
«Grottaglie» è stato sostenuto, «raggiunge i circa 750 parti all’anno (di cui oltre la metà sono parti cesarei) perché ha in organico 8 medici. Manduria ha raggiunto circa 300 parti in un anno, ma ha in organico un solo medico a tempo indeterminato e due a tempo determinato e, inoltre, il reparto è stato chiuso per circa 40 giorni nell’ultimo periodo del 2011».
Ci si chiede, però, quanto conteranno, praticamente, queste audizioni. In tanti c’è il dubbio che le audizioni, infatti, possano essere state un escamotage politico per prendere tempo e far decantare la protesta, per poi far arrivare la mannaia dei tagli a partire da settembre.