sabato 23 novembre 2024


26/07/2012 07:26:04 - Manduria - Politica

«Il 9 luglio, mentre a Bari erano in corso le audizioni presso la Commissione regionale che si occupa di sanità, la direzione generale della Asl approvava la nuova pianta organica, che prevede il taglio del reparto di Ostetricia e Ginecologia del “Giannuzzi”»

 
Il consigliere provinciale Bartolo Punzi esprime il disappunto per come la vicenda della riassetto della rete ospedaliera sia stata gestita, anche nella fase finale.
«Ho pure letto una recente intervista all’assessore regionale alla Sanità, Attolini, il quale ha confermato che la delibera del giugno scorso non sarà più modificata» prosegue Punzi. «Allora perché è stato messo in scena il bluff delle audizioni? Si è voluto così prendere in giro sindaci e comunità già penalizzati dai tagli? E’ ingiusto illudere la gente, facendo finta di ascoltarne le ragioni. Le interrogazioni dei consiglieri regionali, allora, saranno anch’esse carta straccia?».
In passato anche il sindaco di Maruggio, Alberto Chimienti, aveva rimarcato questo aspetto, raccontando, pubblicamente, come, al momento del suo intervento davanti alla Commissione regionale, l’assessore regionale Attolini si sia alzato e sia andato via.
«E’ chiara la finalità: far sbollire le proteste e, approfittando delle vacanze estive, andare avanti con i provvedimenti. Quando saranno chiusi i reparti? Difficile dirlo. La comunicazione potrebbe arrivare anche il giorno prima. Cosa fare ora? Mi ha deluso un po’ la comunità di Manduria, dalla quale mi aspettavo una reazione più consistente. Vorrei cercare di capire se ha o meno a cuore le sorti dell’ospedale. Il “Giannuzzi” può ora essere difeso solo attraverso il ricorso al Tar. Mi consta che il Comune di Maruggio si sia già mosso in questo senso. Vorrei che anche il commissario prefettizio Lombardo affidasse l’incarico ad un legale. Non siamo di fronte all’ordinaria amministrazione. I cittadini della zona rischiano di essere penalizzati e, ritengo, il commissario dovrebbe rappresentare la loro volontà e quella di tutti i partiti attraverso l’impugnazione della delibera».










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