Ma Ippazio Stefano non ci sta
La pietra tombale sul progetto vagheggiato in terra messapica, la appone il sindaco tarantino Ippazio Stefàno: «Due capoluoghi per la nascente Provincia di Brindisi e Taranto? Con tutto il rispetto per i brindisini e senza nulla togliere, credo sia giusto rivendicare il ruolo della città di Taranto...». Il caso della Provincia a doppia trazione e duplice capoluogo può dirsi così definitivamente già chiuso. Perché? Semplice: la legge affida ai due capoluoghi delle Province in corso di fusione la facoltà di accordarsi e di derogare alla norma che concede alla città più popolosa i gradi di capoluogo. Ma se manca - e manca, a meno di clamorose e improbabili retromarce - la volontà di Taranto in tal senso, Brindisi può sgolarsi in mille altri appelli, ma nulla più succederà.
La richiesta di un doppio capoluogo è stata formalizzata ieri a Bari dal presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese. Il quale il giorno prima aveva interpellato tutti i sindaci dei 20 Comuni messapici. Il doppio capoluogo sarebbe stato una sorta di premio di consolazione per poter meglio metabolizzare l’accorpamento alla Provincia jonica. La risposta dell’assessore regionale Marida Dentamaro è stata però chiara: «Deve esserci un accordo tra le città di Brindisi e Taranto». Ieri il sindaco Stefàno non era al vertice barese, ma - raggiunto telefonicamente - ha opposto il pacato diniego: «È una valutazione obiettiva, senza voler togliere niente a nessuno. Anzi: premetto che con la nuova Provincia si rafforza l’unità di due territori così affini. Però per posizione, dimensioni, presenza di realtà importanti, Taranto ha sicuramente qualcosa in più». Ergo, è giusto sia l’unico capoluogo. Quanto all’unica Provincia, «siamo legati da antico affetto e condivisione», e insomma va bene così - mentre una macro Provincia con Brindisi, Lecce, Taranto «sarebbe dispersiva».