La proposta di Italia Futura: « I “protagonisti” della vita politica e amministrativa degli ultimi 15 anni devono fare un passo indietro, “saltare” questo giro»
«Un grande schieramento civico e riformatore per arrestare il declino della città».
A proporlo, in vista delle elezioni Comunali della prossima primavera, è Italia Futura.
«Saper includere ed aggregare al fine di dare alla città una nuova classe dirigente è, oggi, molto più importante di prima» si legge in una nota del movimento politico. «Esiste oggi un’inedita opportunità per la nostra democrazia, che dobbiamo saper cogliere anche nella nostra città: dar vita a una grande aggregazione popolare che raccolga il consenso degli elettori che credono nei valori della moralità, del lavoro e della libertà, del merito e della competenza professionale e che sappia parlare anche a chi diventa ex produttore, perdendo lavoro o impresa e a chi, come buona parte dei giovani e delle donne, nelle condizioni attuali non lo diventerebbe mai.
Le premesse e le condizioni perché questo si realizzi vi sono tutte, ma occorre dapprima lavorare alla definizione d’un programma credibile ed efficace nel quale tali forze si possano riconoscere e poi operare per aggregarle e organizzarle. Questa la sfida politica che la parte riformatrice della società deve affrontare e vincere nei prossimi mesi».
Italia Futura indica anche alcune condizioni.
«Riteniamo che tale progetto possa coinvolgere tutti coloro che vogliono un rinnovamento vero. Un rinnovamento che non può risolversi nel reclutamento di due o tre personalità della società civile per farne la foglia di fico di operazioni gattopardesche. I “protagonisti” della vita politica e amministrativa degli ultimi 15 anni devono fare un passo indietro, “saltare” questo giro.
Occorre cambiare in profondità, in primo luogo sul territorio e poi nella rappresentanza politica. La stagione dei tatticismi programmatici e personali può e deve finire, insieme all’idea che la società civile possa svolgere il proprio ruolo solo limitandosi a esercitare dalle tribune il diritto di critica.
Bisogna invece ripartire dalle idee sul da farsi, discutere alla luce del sole evitando tavoli segreti ed improbabili conciliaboli confessionali, coinvolgere chi ha deciso di impegnarsi in prima persona e aprire le porte alle personalità che condividono agenda e valori: così si può dare vita ad un soggetto politico nuovo, popolare, liberale e riformatore che abbia l’ambizione di diventare maggioritario nella città e di governarla.
Per questo proponiamo non un tavolo per estenuanti e sterili trattative tra soggetti che non hanno altro da condividere se non la voglia di conservare le “poltrone”, ma un percorso politico, che, attraverso una serie di iniziative aperte a tutta la città, prepari una grande manifestazione popolare in cui presentare un progetto profondamente innovatore, nelle idee e negli uomini, e lungo il quale incrociare la disponibilità e la volontà di quanti credono che Manduria non meriti il ritorno a una stagione politica fallimentare».