No all’aborto e no all’eutanasia, per rispettare la morale cristiana, che, attraverso il Vangelo, invita i credenti al servizio radicale verso i fratelli e, in particolare, verso i “più piccoli”
A questa precisa identità della morale cristiana ha dedicato un saggio don Dario De Stefano, presbitero della Diocesi di Oria, ancora per qualche giorno parroco della chiesa di Avetrana dedicata al “Sacro Cuore” (dal 4 ottobre guiderà invece la parrocchia di Manduria dedicata a San Giovanni Bosco).
«Morale cristiana e servizio ai “più piccoli”» è il titolo del saggio di don Dario De Stefano, edito da Tau Editrice.
«Quali sono le situazioni di debolezza che riguardano l’uomo nel mondo contemporaneo e lo rendono “piccolo” secondo la prospettiva evangelica?» si chiede nella prima parte del saggio don Dario De Stefano, insegnante di Teologia presso l’istituto superiore di Scienze Religiose di Brindisi e membro del gruppo di ricerca teologica “Hypsosis”, fondato dal prof. Real Tremblay. «Noi riteniamo che l’embrione e gli ammalati di fine vita rappresentino oggi due situazioni di debolezza esistenziale che necessitano di attenta riflessione e di coraggiosa difesa nella ridefinizione dell’identità dell’uomo all’interno del rapporto tra biologia ed etica. Viviamo in un contesto sociale in cui si insinuano numerose minacce nei confronti della vita umana, sia nel suo sorgere che nella valutazione dell’esperienza della malattia e della morte. L’analisi e il confronto con la riflessione filosofica contemporanea su questi temi ci sembra importante e rappresenta un ambito da leggere con estrema attenzione per comprendere alcuni fenomeni culturali che, inevitabilmente, condizionano anche l’etica. Emerge sempre più la necessità di un recupero del riferimento teologico nella bioetica, per giungere ad una nuova prospettiva antropologica che non rifiuti, ma integri il dato biologico e definisca in modo completo l’essere dell’uomo».