Chimienti: «Non condivido la decisione di affidare i lavori di dragaggio senza una gara ad evidenza pubblica»
«Mi sono dimesso dal Consiglio di Amministrazione della società mista Torre Moline per manifestare palesemente la mia contrarietà all’approvazione della delibera con la quale si affidano, senza una gara ad evidenza pubblica, i lavori per la rimozione della sabbia dal porto di Campomarino».
Alberto Chimienti sancisce, con quest’atto, la rottura, probabilmente definitiva, dell’ente pubblico (in questo caso il Comune di Maruggio), con la parte privata (la società controllata dall’imprenditore di Ceglie Messapica, Rocco Cavallo), della società mista che amministra il porto turistico di Campomarino. Convivenza, a dir la verità, che, sin dall’inizio del rapporto, è stata abbastanza turbolenta: spesso sono stati coinvolti i giudici per dirimere le schermaglie giuridiche fra le due parti.
Mosse e contromosse che hanno finito per rivoluzionare anche il rapporto di controllo delle quote fra le due parti. Inizialmente la quota del privato era del 51% e quella dell’ente pubblico del 49%, proprio quel rapporto voluto da una legge regionale, attraverso la quale si ottennero, poco più di una decina di anni fa cospicui fondi pubblici per ristrutturare e ampliare la struttura turistica. Con il passar degli anni, la parte privata ha sostenuto di vantare dei crediti dalla parte pubblica e, per recuperarli, ha proceduto all’aumento del capitale sociale. In tal modo, la quota della parte pubblica è andata gradualmente assottigliandosi: prima il 15%, ora addirittura l’8%.
Il sindaco di Maruggio, però, contesta queste operazioni che hanno ridotto al lumicino la quota del Comune che egli rappresenta.
«C’è uno statuto da rispettare» afferma Alberto Chimienti. «Ebbene, nello statuto è specificato che la quota della parte pubblica non potrà scendere sotto la soglia del 20%. Per questo motivo, l’attuazione della delibera, ovvero la variazione comunicata alla Camera di Commercio, a nostro avviso, non è valida».
E mentre i due partner della società litigano, i fruitori del servizio (i proprietari delle imbarcazioni ormeggiate al porto), hanno atteso invano il dragaggio del porto, al fine di rimuovere le alghe e la sabbia che si sono accumulate nel corso degli anni e che rendono impervio il passaggio dei natanti, che pagano profumate rette per ottenere il posto-barca.
«L’Agenzia del Demanio ha rivolto una precisa prescrizione: la rimozione delle alghe entro il 24 settembre» ricorda il sindaco di Maruggio, Alberto Chimienti. «Ma nulla è stato fatto. La società privata ha ottenuto i permessi solo per la rimozione della sabbia, ma vorrebbe realizzare questi lavori senza alcuna gara ad evidenza pubblica. Io sono estremamente contrario alla delibera che è stata approvata in mia presenza, ma col mio voto contrario. Il futuro? Se il socio privato non ottempera alle prescrizioni dell’Agenzia del Demanio, potrebbe anche vedersi revocata la concessione, perdendo così ogni diritto sulla struttura».