Entro il 21 ottobre si terrà un referendum popolare
Il Consiglio Comunale di Avetrana ha approvato, all’unanimità, la delibera avente per oggetto la modifica della circoscrizione amministrativa. Pur con un pizzico di disappunto per aver notato la mancanza di volontà politica a prendere in considerazione l’opportunità di unire tutte e tre le province del Salento.
Da ieri sera, quindi, è partito l’iter che dovrebbe “trasferire” Avetrana nella provincia di Lecce. Iter che vedrà la Regione Puglia far proprie tutte le istanze provenienti dal territorio, da inoltrare, entro il 24 ottobre, al Ministero competente.
Nel frattempo, un gruppo di lavoro (di cui dovrebbero far parte i consiglieri Scarciglia per la maggioranza, e Petracca e Micelli per la minoranza, unitamente ad altri che vorranno aggregarsi), preparerà un mini referendum, che dovrà tenersi entro il 21 ottobre, al fine di verificare anche la volontà della gente.
All’interno della delibera approvata ieri, su iniziativa del gruppo “Per la rinascita di Avetrana”, il consesso elettivo si è spinto anche oltre la semplice richiesta di passare nella provincia di Lecce. Alla Regione e al Ministero, il Consiglio chiede, infatti, di valutare l’opportunità di assegnare ad Avetrana uno sbocco a mare. In buona sostanza, si rispolvera una vecchia e mai sopita contesa con la vicina Manduria: la rivendicazione di un tratto di litoranea, quello maggiormente frequentato dai cittadini avetranesi.
Presieduti dal vice presidente del Consiglio, Enzo Tarantino, i lavori sono stati aperti dalla relazione del sindaco di Avetrana, Mario De Marco, il quale, illustrando i già noti motivi alla base di questa scelta, non ha risparmiato una stoccata alla vicina Manduria.
«La cattiva gestione di alcuni organismi d’ambito che hanno come capofila Manduria è un motivo in più che ci spinge a passare a Lecce» ha dichiarato De Marco. «Qualche esempio? La gestione dell’Ato Rifiuti o dell’Ufficio di Zona per le politiche sociali è eloquente».
Molto attivi, nel dibattito, i consiglieri di minoranza Rosaria Petracca ed Emanuele Micelli.
«Ho vissuto per molti anni a Lecce ed ho avuto modo di constatare la notevole differenza di qualità fra i servizi offerti da quella Provincia e dai servizi offerti, in questa zona, dalla Provincia di Taranto» ha affermato Rosaria Petracca. «Se Taranto fosse stata più attenta, questa seduta non ci sarebbe mai stata».
Emanuele Micelli, dopo aver rimarcato il dinamismo della provincia leccese, ha auspicato una riorganizzazione dei servizi pubblici locali, al fine di renderli omogenei anche nell’area settentrionale della provincia di Lecce, per ovviare al rischio di diventare marginali anche all’interno del nuovo ente.