Forse è più indicato lo schema 4-4-2
Il Manduria rialza la … Cresta al 91’.
Partita a due volti quella fra la squadra biancoverde e il Vieste. Il primo tempo registra la involuzione dell’undici allenato da mister Peppe Passariello, che quest’anno fatica ad interpretare nel migliore dei modi lo schema preferito dall’allenatore: 4-2-3-1.
Come era già emerso in altre circostanze, i due mediani (Marchi e Cocciolo) tendono ad operare in prossimità della linea difensiva a quattro. Se ciò consente una maggiore compattezza in fase difensiva, i problemi nascono in fase di possesso. La squadra si allunga notevolmente, in quanto la linea dei due esterni alti e della mezzala tende ad essere molto più vicina all’unica punta, Mimmo Peluso. La zona centrale del campo, pertanto, è sempre “presidiata” dai centrocampisti avversari, i quali con facilità mettono in moto i propri attaccanti.
Per circa quaranta minuti il Manduria è stato inguardabile, avendo sofferto la velocità dei foggiani, che con rapide ripartenze ha costretto i biancoverdi per lo più in fase difensiva.
All’intervallo, pertanto, il vantaggio del Vieste era tutto sommato meritato, anche se il gol del capocannoniere del torneo (Rocco Augelli) è stato viziato da una evidente posizione di fuorigioco, non rilevata dal secondo assistente dell’arbitro Petracca.
Già prima del riposo, Passariello è però corso ai ripari. Ha spostato Spinelli (sino ad allora difensore centrale) come punta, in coppia con Peluso. Il suo posto è stato preso dallo juniores Valentini, mentre Frascaro è retrocesso al ruolo di esterno basso. Con il 4-4-2 si è visto all’opera un altro Manduria, che ha avanzato il baricentro del proprio gioco, creando non pochi problemi alla difesa degli ospiti.
Anche quando il Manduria è rimasto in 10 (espulsione diretta di Malagnino), i biancoverdi sono rimasti padroni del campo, dando la sensazione che il gol del pareggio stesse maturando. Invece, intorno alla mezzora, è arrivato il secondo cartellino rosso, questa volta a carico di Marchi.
Rimasto in 9, il Manduria ha dato la sensazione del pugile che inizia a vacillare e che sta quindi per cadere al tappeto. Dopo una traversa centrata dal Vieste, però, al 90’ l’arbitro ha rilevato un fallo di mani in area foggiana, concedendo, di conseguenza, il penalty, poi trasformato con freddezza da Cresta (che aveva sostituito Spinelli).
E’ un punto insperato, dunque, che consente al Manduria di difendere l’imbattibilità casalinga.