martedì 26 novembre 2024


06/10/2012 10:13:03 - Salento - Attualità

Eccesso di neoplasie alla pleura nei maschi e di tumori alla laringe nelle donne residenti a Brindisi, aumentata prevalenza di tumori polmonari tra le donne residenti nel Comune di Ceglie Messapica

 
Qualità dell’aria a rischio: sui dati è scontro tra il Cnr e l’Enel. Al centro della querelle alcuni studi sottoposti al vaglio della Regione e dai quali sarebbero emersi numeri non proprio rassicuranti circa il livello inquinante delle emissioni nel territorio brindisino.
Un eccesso di neoplasie alla pleura nei maschi e di tumori alla laringe nelle donne residenti a Brindisi, una aumentata prevalenza di tumori polmonari tra le donne residenti nel Comune di Ceglie Messapica. E poi ancora: evidenza di malformazioni congenite nei neonati ed aumento dei livelli di inquinanti nell’aria, nel centro di Brindisi, in determinate condizioni meteorologiche. Questo, in sintesi, il quadro delle problematiche di cui si è parlato dinanzi alla quinta commissione Ambiente della Regione Puglia, dove sono in corso una serie di audizioni di esperti e ricercatori sulla situazione ambientale a Brindisi e nel territorio provinciale.
 
Secondo quanto riferisce l'epidemiologo dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce, Emilio Gianicolo, ascoltato dai commissari, i dati forniti dall’Enel non sarebbero lo specchio fedele della realtà. Accuse che implicitamente tirano in ballo anche l’Arpa.
In tutto sono quattro i ricercatori dei Cnr di Lecce e Taranto, ascoltati dalla commissione, insieme ad un esperto dell’Università di Bari e al sindaco di San Pietro Vernotico, Pasquale Rizzo.
«Abbiamo presentato dieci studi - spiega Gianicolo - già pubblicati su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Emergono dati coerenti con studi che si riferiscono ad altre aree con forti pressioni ambientali. Ragione per la quale si manifesta l’interesse a svolgere nuove indagini».
 
Ai consiglieri della quinta commissione sarebbero stati presentati e illustrati dati precisi sulle percentuali di tumori nel territorio e di malformazioni neonatali, soprattutto di tipo cardiaco. Dalle analisi depositate dai ricercatori, sarebbe emerso inoltre che in presenza di venti che soffiano da Est e da Sud–Est, nel centro di Brindisi, si incrementerebbero le concentrazioni di biossido di zolfo che – secondo gli esperti – proverrebbe dal porto e dalla zona industriale. Ed in virtù di tanto, sarebbero stati osservati significativi effetti sulla salute della popolazione.
 
La settimana scorsa, sullo stesso tema, era stato ascoltato in Regione anche il primario del reparto di Radioterapia del Perrino di Brindisi, Maurizio Portaluri (che è anche il responsabile dell’associazione Medicina democratica). Ed anche lui aveva fornito dati per nulla tranquillizzanti, ribadendo, tra l’altro, l’urgenza di rendere operativo il registro tumori, sollecitando studi dettagliati, sulla falsariga di quelli a disposizione della magistratura di Taranto, sul caso Ilva.
Non è certo questo il primo allarme che il Consiglio nazionale delle ricerche ha lanciato per quanto attiene la qualità dell’aria nel territorio brindisino. Già nel 2011, infatti, uno studio condotto dall'Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Lecce e Pisa presso il reparto di Neonatologia dell'Ospedale “Perrino”, puntò il dito su un dato statistico relativo ai neonati affetti da gravi anomalie congenite.
 
Tra il 2001 e il 2009, su 7664 neonati, 176 sarebbero risultati affetti da gravi malformazioni. Un dato che superava del 18 per cento quello registrato nel resto d'Europa. Lo studio inoltre non riportava le cause di tali malformazioni ma anche in quella circostanza forte emergeva il sospetto che il principale responsabile fosse l'inquinamento, ossia quel mix micidiale di sostanze immesse in aria, acqua e sottosuolo dalle industrie chimiche ed elettriche concentrate nell'area produttiva della città.










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