sabato 23 novembre 2024


06/10/2012 10:57:48 - Manduria - Politica

Ecco la lettera inviata al commissario straordinario Aldo Lombardo

 
«In riferimento alla richiesta di parere in oggetto, osserviamo preliminarmente che il tempo concessoci è del tutto insufficiente per la formulazione di un giudizio adeguatamente articolato. Tuttavia, sulla base dei dati e delle informazioni in nostro possesso, nonché del nostro approccio di fondo alle problematiche in questione, desideriamo esprimere la nostra netta contrarietà ad ogni ipotesi di ampliamento o sopralzo della discarica, come previsto nel progetto di cui si tratta. Ricorrere alle discariche per smaltire i rifiuti non fa altro che rinviare la soluzione del problema, mentre si trasforma la Terra in una immensa pattumiera: occorre invece innanzi tutto interrompere il ciclo perverso produzione-consumo, ponendo una buona volta in essere le Direttive europee, che vedono lo smaltimento in discarica come l’ultima delle opzioni possibili, dopo riduzione, riutilizzo, riciclo (agli atti del Comune vi è un nostro dossier, con le indicazioni per un approccio innovativo ed ecologista al problema). Nel progetto si afferma che la sopraelevazione è funzionale all’autosufficienza del bacino di utenza Ta/3 sino al 2020: che cosa accadrà dopo tale data, si procederà ad una nuova sopraelevazione?
 Il sistema di gestione dei rifiuti basato sulle discariche ha consentito che essi divenissero una risorsa per gli speculatori, tanto grandi sono gli interessi in gioco, ma ha provocato danni immensi alla salute degli esseri viventi e all’ambiente in generale, come dimostra la dismessa discarica “Li Cicci”, vera bomba ecologica a cielo aperto, anch’essa più volte sopraelevata ( per la bonifica della quale è stato erogato un costoso finanziamento, pagato dai cittadini) il cui percolato da anni inquina le falde e il terreno circostante.
L’adeguamento dell’impianto di “La Chianca”( a poche centinaia di metri dal precedente) è funzionale alle esigenze del bacino di utenza Ta/3 ( ex ATO- 3),basandosi tuttavia su una previsione di rifiuto differenziato, superiore al 60% per il 2016 (in ottemperanza al piano provinciale di gestione degli RSU), che è a dir poco ottimistica, in quanto nella quasi totalità dei Comuni del bacino la raccolta differenziata è ancora all’anno zero. In ogni caso, non fa certo gli interessi dei cittadini di Manduria che da anni pagano il prezzo di scelte sbagliate, sin da quando l’attuale impianto è stato realizzato ( il geologo dott. Masillo afferma, nella sua relazione, che nasce già vecchio, cosa che l’ambientalista De Giorgi rilevò il giorno stesso della sua inaugurazione), per proseguire con il mancato funzionamento della piattaforma di separazione, per finire con l’autorizzazione concessa dai vari Commissari Delegati a che fungesse da discarica per eco-balle di rifiuto tal quale. Per quanto ancora dobbiamo continuare a pagare?
 Da anni noi tutti , ma in particolare i cittadini delle contrade “Cittu-Cittu”e “Scarpone”, zone ormai densamente urbanizzate, viviamo in presenza di una discarica di rifiuti non biostabilizzati :qualcuno ci dice quali danni ha potuto provocare ciò all’ambiente e alle falde acquifere?( Ricordiamo che il decreto n°187 del 2005 prevede che gli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti debbano essere situati in zona industriale). Lo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) allegato al progetto ci rassicura sugli eventuali impatti dell’impianto a realizzarsi, analizza, elemento per elemento, le sostanze presenti nel terreno (arsenico, piombo, cadmio, ecc.) : ciascuno di questi elementi è sotto la soglia di accettabilità prevista dalla legge, ma chi ci rassicura sugli effetti della sommatoria di essi, in aggiunta a quanto già prodotto dalla dismessa discarica “Li Cicci”? E della mole di rifiuti già stoccati in discarica che ne sarà? Questa frazione potrà essere rilavorata e avviata all’inceneritore di Massafra?
Come vede, egr. dott. Lombardo, i dubbi e gli interrogativi in merito al progetto sono tanti e ne abbiamo sommariamente indicati alcuni, potremmo continuare col chiedere chi valuta le misure previste per la salvaguardia delle popolazioni residenti a poche centinaia di metri dall’impianto relativamente all’inquinamento da rumore, alle esalazioni dannose e moleste (che già ora raggiungono livelli intollerabili), allo sviluppo di larve, insetti e ratti; chi valuta le conseguenze che la presenza stessa dell’impianto ha sulla commercializzazione di prodotti agricoli a denominazione di origine controllata; chi valuta gli effetti della sopraelevazione su un terreno carsico come il nostro.
I cittadini hanno il diritto di sapere. Ancora una volta si va a completare l’iter procedurale per la realizzazione di un progetto gravemente impattante sul territorio, senza che esso venga portato a conoscenza della cittadinanza, nelle forme adeguate, come pure le direttive europee prevedono a partire dal famoso protocollo di Aarhus.
Troppe ferite sono state inferte in questo ultimo periodo al territorio e alla cittadinanza di Manduria, perché se ne possano accettare altre, senza adeguata informazione e possibilità di contraddittorio.
Chiediamo pertanto che in sede di conferenza di servizi Lei si faccia interprete del fermo rifiuto che la popolazione tutta opporrà alla realizzazione di ogni progetto che preveda la sopraelevazione della discarica esistente».
 
Esecutivo cittadino Verdi Manduria










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