Oggi la conferenza dei servizi a Bari
Per una volta, tutti i partiti di Manduria sono d’accordo: hanno espresso, anche se con motivazioni che hanno presentato sfumature diverse, la netta contrarietà al sopralzo della discarica di contrada “Chianca”.
Al commissario straordinario Aldo Lombardo, quindi, il compito di rappresentare le preoccupazione e i timori di una città relativi ad un progetto che farebbe aumentare sensibilmente la volumetria della discarica, ubicata a poche centinaia di metri (in linea d’aria) da un altro impianto dismesso e mai bonificato. Benchè, nel periodo dell’Amministrazione-Tommasino, siano stati ottenuti i finanziamenti necessari.
«La richiesta di sopralzo deriva da un aut aut che la società Manduriambiente diede qualche tempo fa all’ATO TA/3 in cui si chiedeva di corrispondere i danni per il mancato smaltimento delle ecoballe che sono stoccate nel sito e che ne provocano quindi il riempimento» è la premessa dell’associazione “Manduria Migliore” nella lettera inviata al commissario Lombardo. «La cifra richiesta dall’azienda ammontava a circa 23 milioni di euro e ai comuni dell’ATO, come unica alternativa al pagamento di quanto dovuto, fu richiesto il benestare al sopralzo della discarica. Comprensibilmente il benestare da parte dell’ATO TA/3 fu pressoché immediato, ma ci occorre far notare che la votazione avvenne senza la partecipazione del sindaco di Manduria, poiché il precedente Francesco Saverio Massaro, che era anche presidente dell’ATO, era decaduto dal ruolo al momento della caduta dell’Amministrazione, mentre il successivo Paolo Tommasino non era stato reintegrato nell’organo. Pur tuttavia, quest’ultimo ha partecipato alle riunioni del comitato come ospite, senza diritto di voto, esprimendo più volte la contrarietà dell’Amministrazione Comunale di Manduria .
Appare evidente quindi come tale procedura sia viziata in maniera insanabile dall’impossibilità ad esprimere un’efficace opinione da parte del Comune che ospita la discarica e che quindi ne subisce i danni ambientali. Inoltre, considerando anche l’aspetto economico della vicenda, ci preme porre in evidenza che il Comune di Manduria percepisce come royalty dall’azienda la cifra simbolica di un euro a tonnellata, pari a circa 90.000 euro annui, contro un costo di conferimento di oltre un milione di euro e non percepisce niente a titolo di ristoro ambientale da parte dell’ATO. La cittadinanza non ha mai potuto usufruire di quello sgravio sulla TARSU che era previsto in funzione della presenza sul territorio della discarica.
Lo stato di cose attuale, che già in base a quanto sin qui esposto si configura come ingiusto ed insostenibile per la nostra comunità, verrebbe solo ulteriormente aggravato dall’eventuale nefasta approvazione di questo progetto. Siamo dell’avviso che la nostra città abbia già subito abbastanza danni dal punto di vista ambientale dalla vicenda della discarica abbandonata “Li Cicci” e che non abbia assolutamente bisogno di un altro disastro.
A parer nostro quindi il Comune di Manduria dovrebbe dare parere negativo al progetto per i motivi su-elencati e richiedere che l’emergenza rifiuti sia affrontata ubicando una nuova discarica in un altro degli altri 16 comuni appartenenti all’ATO TA/3».