La posizione del movimento Cinque Stelle sul sopralzo della discarica
E’ slittata a novembre la conferenza dei servizi sul progetto di sopralzo e di completamento dell’impianto di raccolta e di smaltimento dei rifiuti di contrada “Chianca”.
Pare che il Comune di Manduria abbia inviato alla Regione un fascicolo sull’argomento, contenente anche il parere, estremamente negativo, espresso dai partiti e dai movimenti. Crediamo, però, che nella prossima riunione di novembre sia necessaria una presenza qualificata del Comune di Manduria. Fra le legittime istanze della comunità manduriana (che da oltre un decennio accoglie i rifiuti di tutti i comuni del versante orientale della provincia) e l’emergenza che si potrebbe creare senza il sopralzo, temiamo che fra i politici regionali (che hanno più volte penalizzato questa città), possa prevalere la seconda possibilità.
Intanto anche il movimento 5 Stelle di Manduria esprime la propria contrarietà alla sopraelevazione dell’impianto, nato come piattaforma per la separazione dei rifiuti.
«Dall’entrata in funzione de “la Chianca”, circa dieci anni fa, si sono succedute tre Amministrazioni Comunali, tre Amministrazioni Provinciali e tre Amministrazioni Regionali di diverso orientamento politico, la cui gestione dei rifiuti ha portato al risultato di aver creato l’emergenza, che si vuole risolvere con la sopraelevazione richiesta da Manduriambiente e sottoscritta dell’ATO Ta3» si legge nella nota del movimento. «Altro aspetto importante da considerare, sintomatico della pericolosità del progetto che riguarda la sopraelevazione de “la Chianca”, è che l’impianto in questione è soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e mostra come tutto il
progetto avrà un forte impatto ambientale, tanto da richiedere la valutazione del Ministero dell’Ambiente».
La nota si conclude con alcune valutazioni sulla necessità di puntare con più convinzione sulla differenziata.
«I cosiddetti “rifiuti” sono il risultato della modernità e del consumismo su cui si fonda tutta la nostra quotidianità, dal secondo dopoguerra ad oggi. E’ un serpente che si morde la coda: maggiore produzione di beni di consumo, maggiore consumo di risorse naturali (minerali, idriche, ambientali, energetiche, ecc.), maggiore produzione di “rifiuti”e maggiore inquinamento, maggiore profitto per tutti coloro che investono nel ciclo del settore “rifiuti”.
Dopo oltre trent’anni dal primo approccio normativo compiuto dalla Comunità Europea (1975), ad oltre quindici anni dalla codificazione nazionale delle norme sulla gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata (decreto Ronchi 1997), i cittadini sono ormai consapevoli dell’importanza della raccolta differenziata, ma, al contrario, continua a mancare sul territorio una “consapevolezza” politica.
Sul nostro territorio avviene che non si sappia come raccogliere gli indumenti smessi, le batterie esauste, le bombolette spray scariche, i medicinali scaduti, ecc… Non è ancora stato definito un ciclo integrato di raccolta dei rifiuti. Le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Paolo Tommasino alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, il 15 settembre 2010, d’altro canto, ci lasciano turbati e ci obbligano a mantenere alta l’attenzione sul problema rifiuti».