I troppi gol al passivo frutto anche dell’atteggiamento remissivo sin dal momento dell’impostazione della manovra avversaria
E’ la settimana più lunga del Manduria, che domenica scorsa, al termine della gara persa in casa con il Manfredonia, si è ritrovato ultimo della classe. Squadra biancoverde che, peraltro, domenica è attesa dalla trasferta in casa del Tricase, formazione che staziona in un gradino più in alto della classifica. Chiaro che capitan Coccioli e soci non possono più permettersi passi falsi.
Con l’arrivo del centrocampista Manco, il recupero di Malagnino (che ha scontato le due giornate di squalifica) e quelli, probabili, degli infortunati Riezzo (i responsi sanitari di lunedì sono stati incoraggianti) e di Cresta (alle prese con noie di natura muscolare), mister Passariello (che nel frattempo ha scontato anch’egli tutta la squalifica), dovrebbe avere a disposizione l’intera rosa. In settimana, quindi, si dovrebbe lavorare soprattutto sulle disfunzioni di natura tattica.
Uno dei problemi emersi nelle ultime settimane è la scarsa propensione della squadra ad attuare il pressing sui portatori di palla avversari, sin dall’inizio della manovra. Con i due mediani (Marchi e Cocciolo) appiattiti molto più sulla linea difensiva, la squadra avversaria trova ampie zone del campo libere (almeno sino alla trequarti del Manduria). In tal modo si rende molto più agevole la manovra agli avversari, che, proprio come è accaduto domenica scorsa in occasione del gol di Moro (un gran tiro da circa 35 metri), sono liberi di tentare i tiri da fuori, oppure di cingere d’assedio l’area biancoverde.
Nello stesso tempo, così come si dispone in campo, la squadra si allunga notevolmente, con Peluso, unica punta, che staziona nella metà campo avversaria e che deve destreggiarsi contro un’intera difesa. Servirebbe almeno un altro attaccante che dia man forte a Peluso.
Bisogna poi sciogliere altri due rebus: quello del portiere (in sei giornate hanno giocato tre portieri diversi) e degli juniores (ne servono altri, ma che non siano dei semplici numeri). Tanto, insomma, è il lavoro che attende il tecnico Passariello.