martedì 26 novembre 2024


05/11/2012 10:19:54 - Salento - Politica

Oltre il dieci per cento del totale. Con le nuove norme molti sarebbero esclusi dalle liste

 
Ce n’è per tutti i gusti. Tra denunciati, sottoposti a richieste di rinvio a giudizio e condannati - alcuni anche in via definitiva - sono più di 100 i nostri parlamentari protagonisti di procure e tribunali. 
Il palcoscenico è ricco e vario, non risparmia alcun partito ma la bilancia pende prepotentemente verso il centro destra. A partire dal senatore Marcello Dell’Utri, vicinissimo a Silvio Berlusconi, che la Cassazione ha punito con una pena di 2 anni per frode fiscale e false fatturazioni Publitalia. Condanna definitiva anche per l’ex leader della Lega nord Umberto Bossi, per vilipendio alla bandiera italiana - «Quando vedo il tricolore mi inc...Il tricolore lo uso per pulirmi il c....» - quello attuale.
A Roberto Maroni la Corte suprema ha inflitto 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano (noto come caso delle «camicie verdi).
E 230 mila euro dovrà sborsare, su sentenza della Cassazione, il super imitato Domenico Scilipoti - deputato ex Idv oggi Popolo e territorio - per saldare il conto ad un ingegnere che 20 anni fa realizzò un progetto su richiesta di Scilipoti per la costruzione di un poliambulatorio medico in provincia di Messina. In attesa del pagamento il deputato s’è visto pignorare gli immobili di proprietà. Giusto per non farsi mancare nulla, poi, Scilipoti è pure coinvolto nell’inchiesta sulla compravendita di parlamentari, per la quale la Procura di Roma aprì un’inchiesta nel 2010 dopo una denuncia di Antonio Di Pietro. 
Tra i più illustri indagati - senza mai essere condannato in via definitiva - c’è l’ex presidente del Consiglio Berlusconi. Decine di inchieste giudiziarie - di cui il Ruby gate è solo l’ultima - sia per quanto concerne la sua attività imprenditoriale, sia per quella politica. Più la polemica innescata dalle «leggi ad personam» che avrebbero depenalizzato i reati contestati. 
Il nome del senatore a vita - e 7 volte premier - Giulio Andreotti è associato per vari motivi alle indagini sulla P2 di Licio Gelli, Cosa Nostra, Michele Sindona, il Golpe Borghese. Eppure non è mai stato condannato a riguardo. Da non dimenticare che per i «rapporti con la mafia e associazione per delinquere», il reato «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980» si è estinto per prescrizione (sentenza confermata nel 2004 dalla Cassazione). L’unica sua condanna definitiva riguarda la diffamazione del giudice Almerighi. 
Recente è invece lo scandalo che ha portato all’arresto dell’ex tesoriere della Margherita Lugi Lusi (accusato d’aver sottratto 22 milioni di euro dalle casse del partito). Mentre per aver distribuito marijuana alla fine di alcune manifestazioni è stata più volte denunciata la deputata radicale Rita Bernardini. Scalpore a Torino quando la deputata Pd Francesca Ciluffo - notaio di professione, subentrata alla Camera dopo le dimissioni nel 2011 del neoeletto sindaco Piero Fassino - è finita sotto la lente degli inquirenti per evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate, quattro mesi fa, ha riscontrato irregolarità su una decina di notai torinesi - compresa Ciluffo - per un totale di 2,9 milioni di euro.










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