Il consigliere regionale del PdL: «Il pericolo che la comunità jonica subisca un ennesimo scippo è reale»
«Evitare l’ennesimo scippo ai danni di questo territorio? Yes we must.
Il testo originario della norma che regola il riordino delle provincie indicava Taranto, in quanto città più popolosa, capoluogo di una nuova provincia sia se questa avesse compreso solo Taranto e Brindisi, sia anche Lecce.
Nel primo Comma dell’Articolo 3 del decreto da convertire in Legge, invece, sarebbe apparsa “magicamente” la frase sibillina “salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i Comuni già capoluogo di Provincia”.
In pratica, nel caso il Governo optasse per la costituzione di una mega provincia Taranto-Lecce-Brindisi, se queste ultime due si mettessero d’accordo per indicare capoluogo Lecce, Taranto sarebbe penalizzata.
In pratica si tornerebbe a quella antica “Provincia di Terra d’Otranto” che Mussolini disgregò prima costituendo nel 1923 a Taranto la “Provincia dello Jonio” e poi, nel 1927, la Provincia di Brindisi.
In novanta anni però tante cose sono cambiate: Taranto è diventata la principale città industriale del Mezzogiorno, è sede della più importante base aeronavale della Marina Militare e di uno dei principali porti del Mediterraneo, vocazioni condivise, anche se in tono minore, da Brindisi che ha però un importante aeroporto civile.
Ecco perché è legittimo che Taranto sia, al di là del numero di abitanti, il capoluogo di una costituenda provincia; peraltro una provincia così estesa sarebbe di fatto ingovernabile, con gli uffici provinciali centrali che sarebbero distanti oltre duecento chilometri da molti comuni, come Ginosa o Laterza!
Il pericolo che la comunità jonica subisca un ennesimo scippo è reale: ricordo che il primo testo della Legge per la soppressione delle provincie prevedeva, tra i criteri per sopravvivere, una estensione di almeno 3.000 chilometri quadrati: nel testo definitivo il limite “magicamente” fu abbassato a 2.500 Kmq salvando così quattro provincie, tra le quali proprio Lecce…
Per questo dobbiamo fare tutti quadrato, al di là del “colore politico”, per evitare che a Roma venga perpetrato l’ennesimo scippo ai danni del nostro Territorio e della nostra Comunità».
Arnaldo Sala
Consigliere regionale PdL