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13/11/2012 08:57:21 - Provincia di Taranto - Politica

In provincia di Taranto, nel PdL ambisce ad un posto in lista Gianfranco Chiarelli; nel Pd Pelillo vorrebbe scalzare Vico

 
Tutti fremono, in Consiglio Regionale, in attesa di una schiarita definitiva sulla riforma elettorale. Perché un dato è certo: all’appuntamento con le urne delle Politiche 2013 nessuno ci vuole mancare e le pressioni sui segretari e big di partito perché si faccia spazio al «territorio» sono quotidiane.
In casa Pdl sono diversi a nutrire aspettative e a caldeggiare il plenipotenziario del partito pugliese, Raffaele Fitto, perché sbaragli il campo sia dai «nominati», ovvero gli uscenti al secondo o terzo giro di legislatura eletti in Parlamento senza doversi rimboccare le maniche a raccattare voti, sia dagli «ospiti», ovvero il gruppetto di parlamentari non pugliesi eletti nella circoscrizione regionale pur non avendo alcun rapporto con il territorio.
Mai come ora, d’altra parte, la conta col pallottoliere è d’obbligo: per un partito che, tra lacerazioni al vertice in corso, primarie al varco e possibili scissioni interne e, soprattutto, crollo verticale nei sondaggi, la ristrettezza dei seggi a Camera e Senato renderà inevitabile un «redde rationem» interno. In entrambi i poli, inoltre, è ormai in agenda un passaggio dai gazebo dei candidati, a maggior ragione se la riforma elettorale dovesse confermarsi un «accordino». E, a quel punto, i consiglieri sono pronti a far valere il loro peso contro le scelte «calate dall’alto».
Il vicepresidente del consiglio regionale Nino Marmo, ex An di lunga stagione, non fa mistero delle sue «ambizioni» romane in rappresentanza della Bat, ma anche Lucio Tarquinio, consigliere di lungo corso, vorrebbe portare il vessillo della Capitanata negli scranni di Montecitorio. Di certo, un posto a Palazzo Madama sarà riservato da Fitto al capogruppo alla Regione nonché ex candidato governatore Rocco Palese (area Salento), mentre nel Tarantino potrebbe toccare a Gianfranco Chiarelli. Si dovrà, però, anche fare i conti con la minoranza interna del partito, che fa capo a Quagliariello e Mantovano, e dunque non è da escludere che - per l’area di Bari - si faccia spazio nella corsa il consigliere comunale Filippo Melchiorre, assai vicino ad Alemanno. Su Bari, poi, fari accesi su Massimo Cassano, campione delle urne regionali del 2010: Fitto potrebbe volerlo con sé a Roma, se dovesse sfumare la sua candidatura a sindaco di Bari dopo che è stato suggellato il riavvicinamento con il presidente della Provincia Francesco Schittulli, in procinto di abbandonare il palazzo del lungomare.
Tempi duri, dunque, per gli uscenti Leone, Bruno, Morra, Lisi, Savino, Sisto e Fucci, solo per citarne alcuni. Ma a rischiare potrebbe essere - salvo accordi con la minoranza per tenere unito un partito già lacerato - anche Antonio Azzolini, già dimessosi da sindaco di Molfetta per tenere in piedi la lunga esperienza parlamentare anche al prossimo giro.
 
Quanto al centrosinistra, non sarà una passeggiata anche lì per gli uscenti. Una buona fetta degli assessori eletti della giunta Vendola scalpita per correre a Roma: l’uscita di scena del governatore, se non con le Politiche con le Europee del 2014, ha già fatto partire il «tana liberi tutti». C’è Elena Gentile che gode di buone quotazioni per la Capitanata (a scapito dei parlamentare uscente Michele Bordo), così come a Taranto Michele Pelillo, estromesso dalla corsa a sindaco dopo l’accordo tra Pd e Sel, chiede un risarcimento su Montecitorio (a scapito dell’uscente Ludovico Vico).
Per Bari, poi, vorrebbe saldare i conti chiudendo la carriera a Roma l’ex assessore Mario Loizzo, di chiara fedeltà bersaniana e per il quale si apriranno spazi, in caso di vittoria del leader, dopo le primarie, vista la fuga verso Renzi dell’uscente Servodio. Ma anche Fabiano Amati, teoricamente in corsa per la successione al governatore, comincerebbe a studiare le mosse per Roma, a scapito dell’uscente brindisino Tomaselli. Senza contare il probabile salto nella capitale del segretario regionale Sergio Blasi, col capogruppo Antonio Decaro più proiettato alla sfida per la poltrona del sindaco di Bari. Michele Emiliano, infatti, sarà in corsa per la presidenza della Regione non appena il governatore annuncerà di liberare lo scranno, di fatto aprendo una sfida anche per il capoluogo.
Nell’area strettamente vendoliana, hanno già preparato le valigie Onofrio Introna per il Senato e l’assessore Nicola Fratoianni per la Camera, ma anche Dario Stefàno - già «capitano» della lista Puglia per Vendola - non resterebbe con le mani in mano.
E in casa Udc, previ accordi con il leader Casini, non nasconde le ambizioni Peppino Longo per l’area di Bari.
Per tutti, poche certezze sinora sui numeri che saranno consentiti. Ma una certezza: una riforma elettorale ci sarà anche alla Regione e, oltre al taglio dei consiglieri da 70 a 50, prevede spazi adeguati per le donne. Quanto basta per tentare la corsa altrove.










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