Le verità è venuta alla luce a causa di una lite con un collega e alla successiva denuncia
Per anni ha vissuto spacciandosi per il fratello con la “piccola” differenza di essere una donna. L’incredibile storia viene dalla Brianza ed esattamente da Lissone, paesino alle porte di Monza. I protagonisti di questa vicenda sono due fratelli fasanesi: lei, Graziella A., 37 anni, trasferitasi nel 2000 al nord in cerca di fortuna; lui, Alessandro, inconsapevole vittima del raggiro perpetrato dalla sua consanguinea, residente ora a Locorotondo.
Una storia incredibile. Infatti Graziella ha vissuto, grazie anche ai suoi naturali tratti mascolini, con l’identità del fratello per diverso tempo e aveva trovato addirittura lavoro come “operaio” in un’azienda metalmeccanica. Quello stesso lavoro che le sarebbe risultato fatale. Infatti proprio a causa di una lite con un collega la verità è venuta a galla. Un anno fa volano spintoni e minacce tra la donna e un suo collega di reparto con quest’ultimo che va a sporgere una denuncia-querela. La notifica, però, stando alle generalità, viene consegnata al fratello, in Puglia. Questi, logicamente, cade dalle nuvole. Ecco quindi che si presenta davanti al Giudice di pace di Monza sottolineando la sua estraneità ai fatti. Il giudice convoca, quindi, il denunciante che conferma che non è certo lui il destinatario della sua querela. Ecco quindi che diventa lampante lo scambio di persona.
La pratica viene allora passata alla Procura di Monza che delega i carabinieri di Desio alle indagini. I militari dell’Arma non ci hanno messo molto a scoprire l’arcano. Rintracciano la donna che, non avendo documenti addosso, anche ai carabinieri rende le generalità del fratello. Ma non ha fatto i conti con l’acume dei militari che le dicono che deve sottoporsi ad una perquisizione.
«Non potete farlo perché sono una donna» ha allora dichiarato la donna che ha poi confessato il suo vero nome. «Se avessi detto che sono una donna non avrei trovato lavoro» si è giustificata davanti ai Carabinieri che l’hanno comunque denunciata per usurpazione di identità e frode.
Nella sua abitazione sono stati ritrovati documenti falsi e pare che nel corso degli anni la stessa abbia anche collezionato multe e qualche rissa. Le indagini da parte degli inquirenti, però, sono ancora in corso perché si vuol tentare di capire se dietro questa vicenda ci sia dell’altro o si sia trattato solo di un progetto di vita parallela costruita dalla mente, probabilmente malata, della donna. Il pubblico ministero che segue il caso ha anche chiesto una perizia psichiatrica sull’indagata.
Una vicenda allucinante che richiama anche diverse pellicole cinematografiche. Come non ricordare “Yentl”, film prodotto, diretto, scritto, interpretato e cantato da Barbra Streisand nel 1983. La storia è proprio quella di una giovane donna ebrea di fine '800 che si finge uomo per poter entrare in una scuola ortodossa dove sono ammessi solo studenti maschi. O il più recente “Albert Nobbs” girato nel 2011 da Rodrigo Garcia con la straordinaria interpretazione di Glenn Close che, proprio come la donna fasanese, si traveste da uomo per poter trovare un lavoro trovandolo come cameriere.
Ironia a parte resta il mistero di come, per oltre dieci anni, Graziella A. abbia vissuto a stretto contatto con decine di persone senza che nessuno si accorgesse di niente. Decisamente di stucco è rimasto anche Alessandro, il fratello della donna, nativo di Fasano ma attualmente residente a Locorotondo, anch’egli all’oscuro di tutto. Probabilmente l’inganno sarebbe continuato ancora per chissà quanto tempo se la donna fosse stata meno litigiosa. Ma, evidentemente, il suo essere “uomo” di forza l’ha portata a tradirsi.
Fonte: rete