Gli unici che hanno ufficializzato coerentemente e coraggiosamente la scelta di prendere le distanze dalla vecchia nomenclatura sono gli ex Pd avetranesi Conte, Micelli e Lanzo
Le scelte regionali sul depuratore consortile (rifiuto ad accogliere la richiesta di evitare lo scarico a mare) e sulla sanità (depotenziamento del “Giannuzzi” con la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia) potrebbero influire in maniera determinante sull’esito delle primarie del centrosinistra, in programma domenica.
Sia a Manduria che ad Avetrana sembra soffiare un vento nuovo. Nella vicina Avetrana, ad esempio, c’è stato chi, con coerenza e coraggio, ha già ufficializzato la posizione di rottura con i vertici del Pd. Scelta sintomatica della sofferenza di restare a far parte di un partito, quello del Pd, che non ascolta più la base e che, in talune occasioni, assume scelte sulla base di “vicinanze e amicizie” (è emblematico tutto ciò che è accaduto quando fu salvato il Punto Nascite di Grottaglie).
«Sosteniamo con convinzione Matteo Renzi perchè è l’unica vera novità della politica italiana» hanno scritto, in un comunicato, i consiglieri comunali Luigi Conte (ex sindaco di Avetrana), Emanuele Micelli e Antonio Lanzo, che sono i promotori di un incontro per sostenere la candidatura di Renzi, che si terrà questa sera, alle 18. «Novità nelle idee, nei programmi e nel modo di fare politica. Da quando è sceso in campo tante cose sono cambiate, specialmente nel Partito Democratico.
Un partito che, se vuole governare bene il Paese, deve rinnovarsi nelle persone, ma anche nelle idee, deve essere più vicino ai cittadini, parlare con loro. Ha ragione Renzi nel chiedere l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti perchè non è mai servito per la base del partito, ma sempre per i soliti noti».
Sembrano lontani, quindi, i tempi in cui Emiliano (che ora sostiene Bersani) ottenne il 98% nelle primarie per la scelta del segretario regionale, e Vendola, nelle ultime primarie per la scelta del candidato della Regione Puglia, il 54% circa dei consensi degli avetranesi.
A Manduria, invece, i leader del Pd non sono, sinora, usciti allo scoperto. Molti di loro hanno abbandonato il partito come reazione alla linea del Pd jonico in tema di riassetto della rete ospedaliera. Da quel che si sussurra sottovoce, però, pare che la maggior parte di loro o voterà per Matteo Renzi, oppure diserterà le primarie.
Molto attivo è il comitato pro-Renzi, che proprio l’altro ieri ha lanciato un eloquente invito ad alcune associazioni molto attive in città (“Giovani per Manduria” e “Manduria Migliore”) e, più in generale, ai giovani, chiedendo loro un segnale in direzione del cambiamento, affinchè “possano emergere le forze sane e nuove”.