martedì 26 novembre 2024


24/11/2012 11:02:19 - Salento - Attualità

Ecco cosa potrebbe accadere in Puglia con il riordino delle province

 
Una macroprovincia capace di concorrere con gli altri grandi territori della Puglia. Così come viene ridisegnata dai consigli comunali del Brindisino, la nuova provincia del Salento (Lecce e Brindisi insieme) dal punto di vista della composizione imprenditoriale è un gigante da oltre 100mila aziende. In grado di confrontarsi quasi alla pari con la potenza commerciale e industriale di Foggia-Bat e dell’area metropolitana di Bari. Il dibattito sul riordino delle Province, rilanciato dall’adesione del Comune di Brindisi alla provincia di Lecce, si arricchisce del contributo fornito dalla Camera di Commercio di Lecce, che ieri ha pubblicato sul suo sito un report sul tessuto imprenditoriale della regione, provincia per provincia.
 
PRIMO SCENARIO - Attualmente la provincia di Lecce conta su 73mila 042 aziende registrate (che diventano 84mila 458 tenendo presenti le localizzazioni, cioè le unità operative decentrate). Il tessuto imprenditoriale leccese vale il 19 per cento delle imprese registrate in Puglia (Bari il 39,5, Foggia il 19,34, Taranto il 12,5 e Brindisi il 9,64). Con l’approvazione del decreto legge sul riordino, la provincia di Lecce ha esteso il suo territorio grazie all’adesione entro i suoi confini dei comuni di Erchie, Torre Santa Susanna, Mesagne, San Pancrazio, San Donaci, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico, Torchiarolo (da Brindisi) e Avetrana (da Taranto). Contestualmente l’attuale Bat è stata interamente inglobata nei confini della provincia di Foggia, mentre nell’area metropolitana di Bari è confluito il territorio di Fasano. Per effetto di tale decreto, il numero di imprese registrate in provincia di Lecce sale fino a 81mila 931 unità (93mila 437 con le localizzazioni). Cambiano i rapporti di forza tra le province: Bari e Foggia coprono il 31,67 ed il 28,28 per cento dello stock imprenditoriale regionale; Lecce raggiunge il 21,30; Taranto e Brindisi solo il 18,75.
 
SECONDO SCENARIO - A sconvolgere ulteriormente la geografia politica ed economica della Puglia intervengono le decisioni dei consigli comunali. Diversi comuni del Brindisino hanno scelto o stanno scegliendo di aderire a Taranto (Cisternino, Ostuni e Villa Castelli) o a Lecce (Brindisi, Ceglie Messapica, Carovigno, San Vito dei Normanni, Latiano, Oria, Francavilla Fontana e San Michele Salentino). Scelte che sbaraglierebbero il quadro disegnato dal governo. Lecce-Brindisi si confronterebbero alla pari con Foggia-Bat e Bari; Taranto perderebbe molto peso. Nel dettaglio Lecce raggiungerebbe quota 100mila 859 aziende (116mila 311 con le localizzazioni). Rivoluzionati i rapporti di forza tra province: Lecce-Brindisi «coprirebbero» il 26,22% delle imprese registrate (Bari il 31,67%, Foggia-Bat il 28,28%, Taranto appena il 13,82%). «La provincia di Lecce ha già rafforzato la propria composizione imprenditoriale grazie all’adesione di 9 comuni - dice il presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete - La scelta di Brindisi e altre comunità di aderire a Lecce è accolta con soddisfazione dagli imprenditori salentini. I due territori condividono da sempre aspirazioni, tradizioni, vocazioni economiche. La nuova Provincia del Salento sarebbe un territorio compatto, coeso, equilibrato dal punto di vista infrastrutturale, più forte in ogni settore economico, capace di confrontarsi con la macroprovincia di Foggia e l’area metropolitana di Bari».










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