gioved́ 28 novembre 2024


04/12/2012 06:26:35 - Provincia di Taranto - Politica

«Il vice ministro Martone non può far finta di non conoscere la raffinatissima tecnica adottata dalle grandi multinazionali internazionale per acquisire, non tanto le aziende, quanto le loro quote di mercato»

 
“Il vice ministro allo Sviluppo Economico, Michel Martone, non può pensare di liquidare con un semplicistico al Governo non interessano gli assetti societari, la molto delicata questione relativa all’interessamento all’acquisizione di Ilva da parte di grandi gruppi cinesi, brasiliani e indiani“.
Lo afferma in una nota l’ex senatore Euprepio Curto, attualmente consigliere regionale di Futuro e Libertà.
“Martone – ha dichiarato Curto – non può far finta di non conoscere la raffinatissima tecnica adottata dalle grandi multinazionali internazionali operanti nel settore industriale per acquisire, non tanto le aziende, quanto le loro quote di mercato”.
“ Motivo per cui – ha proseguito Curto – non costituirebbe fantapolitica l’ipotizzare un interesse da parte di gruppi industriali stranieri, operanti nel settore della siderurgia, a mettere le mani sull’Ilva di Taranto, senza però garantire la prosecuzione dell’attività produttiva, anche in considerazione di due fattori dai quali dipende in gran parte la loro competitività nel mercato mondiale dell’acciaio: il costo del lavoro, in Italia di gran lunga più elevato di quanto non sia all’interno delle Grandi Tigri Asiatiche e dello stesso Brasile. Per non parlare della pressoché sostanziale deregulation che caratterizza la normativa in materia ambientale in quei Paesi, a differenza delle regole molto più rigide, rigorose e onerose vigenti in Italia!”.
“ L’area ionico-salentina – ha concluso Curto – è stata già protagonista (ahimè passiva) di altre vicende similari: la Belleli a Taranto e la Dow Chemical a Brindisi. Realtà industriali cancellate dal mix perverso realizzatosi tra il più cinico rapacismo industriale e la più abietta finanza internazionale. Presti quindi attenzione, il vice ministro: non si vende l’Ilva, e, soprattutto, non si vendono le sue quote di mercato”.










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