Fra i beneficiari delle deroghe Michele Pelillo e Fabiano Amati
Le richieste certe sono 9, ma potrebbero salire a quota 10 (i termini sono scaduti a mezzanotte) le deroghe partite dalla Puglia e al vaglio, nelle prossime ore, del Pd nazionale per le candidature alle primarie. Che, la conferma è arrivata ieri dal partito regionale, si terranno nella sola giornata di domenica 30 dicembre. Com’è noto, lo statuto Pd prevede l’incandidabilità per chi riveste doppi incarichi e, dunque, una pattuglia di assessori, consiglieri regionali e sindaci ha dovuto presentare l’istanza alla commissione che, a sua volta, girerà l’esito alla direzione regionale del partito di sabato prossimo.
Oltre agli assessori della giunta Vendola Michele Pelillo, Fabiano Amati, Elena Gentile e Loredana Capone, in campo sono scesi i consiglieri regionali Antonio Decaro (il più giovane dei «deroghisti» pugliesi), Pino Romano e Giovanni Epifani, così come i sindaci Vito Antonacci (Adelfia) e Gianfranco Lopane (Laterza). Ma, sino a tarda sera, non era escluso che si aggiungesse un altro primo cittadino democratico. Chi di certo non sarà della partita è il segretario regionale Sergio Blasi. Aveva chiarito di rimettere le decisioni al leader nazionale Bersani, ma ieri è andato oltre: la sollecitazione del Pd a scendere in campo, magari come capolista, è stata respinta al mittente.
«Ho un’idea della politica che risponde al dovere e il mio dovere è governare il partito in una fase così delicata e complessa. Ho sempre affermato - dice Blasi, che è anche consigliere regionale - che trovo eticamente poco responsabile tradire un mandato ricevuto dai cittadini, per cui fino all’ultimo giorno intendo continuare a mantenere fede al mio impegno». Blasi rimarca che è imprescindibile questo dovere etico «dall’idea stessa di politica» e che la sua è una missione così come la intendeva Berlinguer.
Insomma, mentre tutti sono a caccia di poltrone (e di firme per raggiungerle), lui si fa da parte. Se per i parlamentari uscenti la conferma alla corsa non necessita di deroghe e eccezioni (nessuno di loro ha alle spalle 15 anni di legislatura), ma neanche di firme per la candidatura, la corsa ad accaparrarsi i sostegni da parte degli aspiranti è frenetica. Il tempo è ridottissimo (entro il 23 le direzioni provinciali formeranno le liste) e ci stanno provando in tanti: consiglieri comunali e provinciali, ma anche professionisti vicini al Pd ed ex parlamentari.
Nel Barese (dove sono necessarie 248 firme, il 5% degli iscritti), oltre a Enrico Fusco, Gilda Binetti, il fratello del sindaco Alessandro Emiliano e gli assessori Maugeri e Giannini, spunta il nome dell’avvocatessa monopolitana Adalisa Campanelli. Così come, nel Leccese, ci proveranno Salvatore Capone, Cosimo Durante, l’ex parlamentare Cosimo Casilli e Fritz Massa, avvocato di lungo corso.
In quota Renzi, invece, si cimenterà Paolo Foresio (ma i renziani, che nella Bat contano su Fabrizio Ferrante, avranno un candidato per ogni provincia, precisa la parlamentare Giusy Servodio che correrà a Bari).
Su Brindisi punta anche la responsabile donne Anto - nella Vincenti, ma dal Salento spuntano anche i nomi «eccellenti» che potrebbero rientrare nel «listino Bersani», la quota di riserva (oltre 100 posti) che il leader rivendica a sé - fuori dalle primarie - per schierare vip e capilista alle urne vere. Ci sarà Massimo Bray (presidente della Fondazione «Notte della Taranta» e direttore editoriale della Treccani), mentre a Bari corre voce che siano avvenuti contatti col rettore dell’Università Corrado Petrocelli e con Maria Laterza, titolare della libreria dell’omonima casa editrice. Per l’avvocato Gianlugi Pellegrino, invece, si sta pensando ad una candidatura alle Politiche nella circoscrizione Lazio