martedì 26 novembre 2024


04/02/2013 20:58:07 - Salento - Attualità

Vanessa: «Ho un gran senso di colpa, Melissa non c'è più»

 
Sono cominciate anche oggi a ritmo rapido, le deposizioni dei testimoni per l'attentato a Brindisi alla Morvillo-Falcone. I testi citati dall’accusa complessivamente sono una settantina. La volta scorsa ne sono stati ascoltati una ventina. Oggi in aula i racconti di Valentina e Vanessa Capodieci.
«Mia sorella era a terra, aveva il torace dilaniato, e la sua mano sembrava carne macinata».
Così poco fa Vanessa Capodieci, rimasta ferita insieme con la sorella Veronica nell’attentato avvenuto il 19 maggio 2012 davanti alla Morvillo-Falcone, ha ricordato nell’aula della Corte d’Assise di Brindisi i primi momenti dopo l’esplosione. Vanessa, benchè ferita, cercò di prestare aiuto alla sorella più piccola che singhiozzava e diceva che non riusciva a respirare», ha ricordato Vanessa.
«Io piangevo. Subito dopo l'esplosione – ha detto ancora Vanessa Capodieci – ho strappato i vestiti di dosso a mia sorella perchè erano in fiamme e col mio giubbotto le ho coperto la pancia perchè era aperta». «Io cercavo di rassicurarla – ha continuato – le dicevo di stare tranquilla. Nessuno ci aiutava».
La ragazza ha anche riferito di aver notato, una volta scesa dal pullman che da Mesagne l’aveva portata a Brindisi, insieme alle amiche, un cassonetto blu vicino alla scuola: «In quel momento – ha detto – io ho pensato 'cosa ci fa qui quel cassonetto, noi non facciamo la raccolta differenziata'». In quel cassonetto – secondo quanto accertato dagli investigatori - c'erano le bombole riempite di esplosivo che erano state confezionate per compiere l’attentato, di cui deve rispondere l'imprenditore 69enne di Copertino Giovanni Vantaggiato, che ha ammesso le proprie responsabilità.
 
Fonte: rete










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