venerdì 22 novembre 2024


22/02/2013 11:44:29 - Maruggio - Attualità

Mimmo Carrieri: «Una decisione presa con ritardo? Forse si, ma “è meglio tardi che mai”»

 
L’Amministrazione Comunale di Maruggio ha chiuso ogni varco d’accesso all’area archeologica della “tonnara” di Torre Ovo. Area che era stata interessata, qualche settimana fa, dalla realizzazione abusiva di uno scivolo in cemento, proprio nei pressi della battigia, che avrebbe dovuto consentire un più facile scivolo a mare delle imbarcazioni da diporto.
Il Comune di Maruggio, oltre a sistemare dei guard rail e dei blocchi di cemento per bloccare i varchi che consentivano l’accesso di auto e camper, consapevole che si tratta di un’area che va valorizzata e tutelata, con l’intesa della Soprintendenza dei Beni Archeologici, ha presentato un progetto di “intervento di recupero del sito archeologico e delle strutture superstiti nei pressi della Tonnara”.
«Una decisione presa con ritardo? Forse si, ma “è meglio tardi che mai”, anche se questa decisione farà molto arrabbiare i diportisti che usavano lo scivolo “cementificato” per lo scarico a mare delle imbarcazioni» afferma l’ambientalista Mimmo Carrieri. Grazie al suo esposto, il 22 febbraio scorso la Capitaneria di Porto di Taranto sottopose a “sequestro penale” l’area demaniale di circa cinquanta metri quadri in cui era stato realizzato lo scivolo. «Tutta l’area “Tonnara”, che si estende per circa 46.000 mq. (in parte è di proprietà privata ed in parte di proprietà demaniale), è di rilevanza archeologica ed è già stata oggetto di indagini condotte nel sito nell’ambito del progetto ministeriale “Porti e Approdi nell’antichità”.  Nell’area infatti sono state riconosciute tracce evidenti di un insediamento costiero, dotato di uno stabilimento per la lavorazione del pesce, databile tra la metà del I sec. a. C. ed il I sec. d. C., consistenti in setti murari, vasche pavimentate in “pseudospicatum”, numerose vasche a pianta lobata. e in una particolare concentrazione di frammenti ceramici(terra sigillata italica, ceramica a vernice rossa interna ceramica comune).
Un altro pregevole pezzo di patrimonio storico a rischio di distruzione riguarda una pavimentazione in “opus spicatum” di una villa di epoca greco romana e di alcuni “setti murari” in blocchi ad essa collegati. Attualmente i resti archeologici affiorano nel più assoluto degrado, in parte sul terreno ed in altra parte tra i cespugli della macchia mediterranea. Si tratta di un sito di grande interesse in pericolo costante che andava preservato».










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