Una favola che sembra di raccontare di un futuro senza futuro
Per “Periferie”, la rassegna di teatro e danza del Crest, sabato 2 marzo 2013, alle ore 21 al teatro TaTÀ, in via Grazia Deledda a Taranto, va in scena “Duramadre” di Riccardo Spagnulo, regia e scene Licia Lanera, con Mino Decataldo, Licia Lanera, Marialuisa Longo, Simone Scibilia, Riccardo Spagnulo, voce Rossana Marangelli, costume Luigi Spezzacatene - Artelier Casa d’Arte Bari, luci Giuseppe Dentamaro, realizzazione
scene Mimmo e Michele Miolli, Modesta Pece, assistenti alla regia Elio Colasanto, Rossana Marangelli, produzione Fibre Parallele, in coproduzione con il Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria e il Festival Operaestate di Bassano del Grappa, con il contributo della Regione Puglia.
Biglietto intero 13 euro, ridotto 10 euro (più diritti di prevendita per chi acquista tramite circuito BookingShow). Info: 099.4707948 - 366.3473430 (orario botteghino: mercoledì e venerdì dalle ore 16 alle 19; giovedì e sabato dalle ore 10 alle 13).
Torna al TaTÀ la compagnia Fibre Parallele con uno spettacolo che mette al centro della scena una crudele figura materna, collocandola in una drammaturgia tra mito, favole e metafora. Duramadre, donna del sud, scaltra, intelligente ma senza cultura, forte come una belva, è alle prese con i suoi tre figli e la sua unica figlia chiusa in una gabbia. Novella Penelope, la Duramadre tesse gli abiti per la sua prole senza riuscire mai a finirli, lasciandola così scoperta e debole, e, biascicando uno strano argot frammisto di dialetto, latino e italiano, cerca di insegnare loro che nella vita vale la legge del più forte. Duramadre e i suoi figli diventano così un emblema sfaccettato, che condensa il matriarcato meridionale nella sua dimensione stregonesca e favolistica, l’immagine della natura tra il mito e il pessimismo cosmico dell’ultimo Leopardi (La ginestra) equiparata a madre crudele con i propri figli, rimandando, infine, a una contemporaneità incapace di guardare al suo futuro se non in chiave di barbarica decadenza.
Fibre Parallele deve il suo nome alla energia contenuta nelle fibre muscolari e alle personalità parallele dei suoi due fondatori, Licia Lanera e Riccardo Spagnulo, giovani attori, registi e drammaturghi pugliesi che hanno fondato la compagnia nel 2005. Il loro debutto nel 2007 con “Mangiami l’anima e poi sputala” è stato salutato dalla critica come l’atto di nascita di una nuova realtà. Da allora la Compagnia ha continuato la sua esplorazione nei linguaggi del teatro contemporaneo, facendo uso del dialetto, come nel caso di “Furie de sanghe”, e mettendo in scena testi altrui come nel caso di “I have none” di Edward Bond. Nel 2011 ha vinto il premio Hystrio- Castel dei Mondi, conferito alle giovani compagnie teatrali che si distinguono su tutto il territorio
nazionale. Nello stesso anno Licia Lanera ha ricevuto il premio Antonio Landieri teatro d’impegno civile come “miglior giovane attrice” e segnalata al premio Ubu nella terna “miglior giovane attrice under 30”.