A sorpresa un Papa argentino, figlio di immigrati italiani
Figlio di immigrati italiani, conosciuto come conservatore e uomo dalla calda personalità, ma anche riservato. Un intellettuale che ha modernizzato una delle Chiese più conservatrici dell’America latina, ossia quella dell’Argentina, il Paese dove è nato e dove ha vissuto tutta la vita. È Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, nato il 17 dicembre 1936. In caso di elezione sarebbe il primo Papa gesuita della storia. Tra i favoriti già nel conclave del 2005, in quell’occasione prese meno voti solo dell’eletto Joseph Ratzinger. Gode di una lunga esperienza pastorale che, secondo molti, dovrà essere una caratteristica fondamentale per il nuovo Papa.
Bergoglio si sente a suo agio a tenere un basso profilo, e il suo stile personale è l’antitesi dello splendore vaticano. Come funzionario della Chiesa argentina, non ha mai vissuto in un altisonante palazzo della Chiesa di Buenos Aires, preferendo un semplice letto in una stanza nel centro della capitale. Per anni ha utilizzato i trasporti pubblici e si è cucinato da solo i pasti. Considerato un moderato dalla mente aperta, le sue posizioni dottrinali e spirituali rimangono tuttavia in linea con l’eredità di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, a loro volta pontefici conservatori. Bergoglio non ha potuto impedire che l’Argentina diventasse il primo Paese latinoamericano a legalizzare i matrimoni gay, o al presidente Cristina Fernandez di promuovere i contraccettivi e l’inseminazione artificiale. Molti critici lo accusano di non essersi schierato abbastanza con forza contro la dittatura militare che ha governato l’Argentina tra 1976 e 1983.