Ma con tutti i tagli agli ospedali che si stanno apportando, mancano anche i posti letto
I calcoli sono fatti dai sindacati, ma è lo stesso report inviato sul tavolo dell’assessorato regionale alle politiche della salute prima dell’avvicendamento Attolini-Gentile. Per restituire dignità alle strutture sanitarie, a chi ci lavora e, soprattutto, agli ammalati occorre assumere almeno duemila unità: più di 500 medici, più di mille infermieri e circa 300 paramedici.
Al momento i numeri indicano tutt’altra strada. Non a caso il 13 marzo scorso allo stesso assessorato è finita la lettera protocollata del direttore generale del policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli sull’emergenza nell’azienda ospedaliera. Il conto alla rovescia è cominciato da tempo, anzi è quasi scaduto. Perché scorrendo le carte si scopre per esempio che «in caso di riscontro negativo alla concessione di deroga all’assunzione a tempo indeterminato di 250 infermieri (il cui contratto a tempo determinato scade il prossimo 30 aprile) questa amministrazione dovrà pianificare in tempo utile la riduzione di circa il 30 per cento dei posti letto di area medica, chirurgica e pediatrica». Una situazione che di fatto declasserebbe il policlinico quale centro di eccellenza. Oltretutto i 250 infermieri da «stabilizzare» sarebbero il numero minimo per continuare l’attuale attività, dal momento che «su una previsione di 1630 posti, già contratta in sede di ridefinizione della dotazione organica, sussistono ben 351 posti vacanti».