mercoledì 27 novembre 2024


03/04/2013 20:16:03 - Provincia di Taranto - Cultura

Questo racconto sarà parte integrante di un volume che verrà pubblicato le celebrazioni dei 15 anni dalla scomparsa di Grisi programmate a Roma per il prossimo anno

 
a cura di Pierfranco Bruni 
 
A 14 anni dalla scomparsa dello scrittore Francesco Grisi, il ricordo delle sue passeggiate in Magna Grecia, a Taranto e a Grottaglie costituisce una lettura non solo come “momento” celebrativo ma soprattutto rappresenta una testimonianza in una geografia profondamente legata ad una scrittura mediterranea.
Dei luoghi di un Mediterraneo scavato tra le radici. Una geografia fisica e una geografia dell’anima e del pensiero. Una geografia che vive nei suoi libri che diventa manifestazione di un raccontare tra la memoria e i simboli.
Francesco Grisi era nato, da genitori calabresi, a Vittorio Veneto il 9 maggio del 1927. E’ morto il 4 aprile del 1999, era il giorno di Pasqua. A Todi. Nella città di Iacopone, al quale ha dedicato scritti e trasmissioni televisive per la Rai. Tra i suoi scritti inediti ci sono pagine interessanti che riguardano anche Taranto e Grottaglie.
A Grottaglie ha ricevuto il Premio Giuseppe Battista, nelle sue prime edizioni, a Grottaglie è stato ospite del liceo Moscati negli anni 1996, 1997 e 1998, anni di intensa e vera attività culturale e distante da schematismi provinciali, con incontri significativi sui temi della letteratura e della storia in un gioco tra l’ironia e letteratura.
Grisi ha dedicato uno scritto interessante anche a Giuseppe Battista, poi pubblicato in un volume. Ma il suo punto di riferimento, a Grottaglie, restava il Convento di San Francesco di Paola. Il San Francesco della carità, del coraggio, della saggezza. Ed è quel San Francesco che ha sempre guidato la “nostra” comunità di scrittori.
Questo racconto sarà parte integrante di un volume che verrà pubblicato le celebrazioni dei 15 anni dalla scomparsa di Grisi programmate a Roma per il prossimo anno. Tutto il materiale di Grisi inedito è in fase di ultima risistemazione e verrà edito dalla Casa editrice Pellegrini e curato dal Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. (pierfranco bruni)
 
Racconto di Francesco Grisi dedicato a Grottaglie
Ho visitato Grottaglie tra le vie e San Francesco di Paola.
Dagli incontri al liceo Moscati al Premio Battista di Francesco Grisi
Sono stato al Moscati. Liceo. Ho parlato del mio libro. Con il mio amico di una vita. Pierfranco. “Con cuore amico” è il nostro libro.
Una generazione che ha la curiosità dei dannunziani.
L’amicizia è non tradire. E. Poi. Ho visitato Grottaglie.
Grottaglie è un gioco di immagini.
Ora. Sono in un albergo nella città che è stata Magna Grecia.
Ho di fronte il mare. Il mare che è stato di Archita.
E poi. Si allunga. Nel mare di Pitagora.
Sono qui. Il tempo è cinico. Ma è necessario. Per capire.
Mi fa amicizia Pierfranco. Pierfranco mi è tanto caro. Un sodalizio di affetto. Con cuore amico.
Ho visitato Grottaglie. Città modellata sulle forme della ceramica.
I colori sui vasi, sui piatti, sugli oggetti sono nel moderno che si fa antico.
Nessuna cosa, alla mia età e con la mia malattia, chiede ragione.
Io non chiedo più neppure di essere ascoltato.
Ascolto. In questa terra Mediterranea il sole cede al crepuscolo.
Altre volte sono stato qui.
Il Convento di San Francesco di Paola a Grottaglie mi riporta alla mia Calabria.
Un tempo tutto era fantasia. Ora ci avvolge il mistero.
Allora. Parlo della mia malattia.
Silenzio.
Nel quartiere delle ceramiche quanta pazienza. Si riporta indietro l'orologio.
Pur sapendo che il tempo è un intreccio di giorni che si raccontano ormai tra i ricordi e la memoria.
Tra gli incroci di Grottaglie c'è stata la storia. Mi hanno fatto conoscere i versi di Giuseppe Battista. Seicento tra il sacro e l’utopia. Pierfranco mi ha parlato molto di Battista. Scriverò una pagina.
Grottaglie. E' una festa dove tutto si raccoglie.
E poi. C’è un cielo lontano che si congiunge con l'orizzonte chissà dove. A volte mi sento stanco. Sarà la mia malattia. Pierfranco premuroso mi chiede.
Come va?
Immagini in lontananza mi ridanno la mia giovinezza.
Taranto mi ricorda due poeti che ho conosciuto molti anni fa.
A Milano ho incontrato Raffaele Carrieri e mi parlava della sua Taranto.
A Roma è venuto a trovarmi Cosimo Fornaro.
Non mi parlava di Taranto ma della grecità.
Queste città di mare mi affascinano.
Io sono stato per nave lunghi periodi.
Non ho fatto soltanto il professore di liceo e il docente nelle università. Mi sono imbarcato.
Ho attraversato città. Belle città che avevano lo splendore della leggerezza. E ho raccontato di queste città nei miei romanzi.
Il viaggio. Dentro i viaggi i sogni. La grecità di Fornaro è la mia grecità.
Caro Pierfranco. La tua Magna Grecia è una distanza. Questo mare che si fa cerchio.      E Taranto è nel suo museo. Quegli ori, quelle maschere, quelle dee di bianco marmo.      Che straordinario gioco di illusioni. Non ho più rimpianti. Mi restano alla mia età solo nostalgie.
Il buio filtra l'antico borgo di Grottaglie. E' come se le strade chiedessero un religioso ascolto.
Il francescanesimo è un vento. Siamo tutti, calabresi, pugliesi, campani, lucani, dentro questo vento. Forse.
Siamo impazienti.
In un mio disegno ho riportato una colonna. Quella di Crotone. Taranto ne ha due e annunciano l'ingresso. La vecchia città. Il rotondo del castello. Il giardino Mediterraneo.
Taranto mi sprigiona memorie. E poi. I miei articoli sul "Corriere del Giorno". Ospitati gentilmente. Mi testimoniano.
Ho avuto un incontro con il colonnello Vacca. Anni fa ho scritto un libro sulla storia del carabinieri. Ma con il colonnello Vacca è una questione di terra oltre che di cultura.          Una questione che riporta suoni di radici e di intrecci che disegnano memorie di Calabria.
Più volte ho visitato questi luoghi.
Alla Dante Alighieri. Nel terrazzo del farmacista Quaranta.
Nell'Istituto Santa Teresa. Ho parlato con i ragazzi. Con le suore. Mi hanno chiesto di Mazzini e del mio libro su Mazzini.
Una professoressa dal sorriso intenso (Giovanna) e dolce ha mobilitato il dibattito.
E poi. Quante pagine su questa Magna Grecia.
Il mio amico Pierfranco mi ha combinato incontri nelle scuole. Ci sono ritagli che vorrei poter tornare a sfogliare.
I sensi incantati del nostro amico Alberto non sono solo nella vita. Sono il tempo. Il tempo taglia i papaveri rossi.
Sono i papaveri rossi di Piero Andriani. Sono stato anche lì. Nella sua bottega. Abbiamo parlato di letteratura e di arte. Uno dei miei primi passaggi tra questi luoghi. E' un bravo artista. Sa ben giocare. Con i colori. Con le forme.
Allora?
Grottaglie. C'è un vento caldo. Questa terra di rupestre e di sole. Ora la notte prosegue con la luna.
Non so. Chissà.
Con Pierfranco progettiamo. Caserta. Roma. Benevento. Cirò. La nostra Calabria. Crotone e la colonna. E poi ancora Taranto. Non finiscono mai gli impegni.
La vita è una girandola.
Sono in albergo. Il fumo delle fabbriche sembra invadere le acque.
I due marinai aspettano. Le cattedrali. San Cataldo. E poi. Mi ritorna il Santo di Paola. Il chiostro con le lunette. Ancora Grottaglie. I Paolotti. E Battista che recita.        Pierfranco, so che il tuo libro non è finito. Marika continuerà. Forse all’infinito.       C’è sempre una Marika che ci sconvolge. Ci vive o ci fa morire. Morire per Marika. Dai non scherziamo. La vita sarà domani. Tu scriverai altri libri. Marika non ti abbandonerà. Ti ha troppo amato perché tu possa fare a meno della sua dolcezza, del suo eros, del suo starti accanto. Ho veduto. Tu. Uomo di porti e donne. Ti sei fatto fermare da Marika.
Ecco. Il futurismo. Siamo dei futuristi. Tu più di me. Tra qualche anno quando leggerai queste pagine dirai, con una frase famosa, che gli applausi dureranno nei secoli. Pound. Pirandello. Alvaro. Marinetti. Non uscire dalla scena. Il teatro ti aspetta. Io sono alla fine.
Tutti aspettano. Aspettiamo.
Anche Grottaglie con Battista e San Francesco.
Siamo nel cerchio. La partenza è un ritorno.
Aspettare. Bisogna avere pazienza. Molta. Poi. Tu resti uno scrittore. Cammina nel deserto. Verranno altri amori. Poi. C’è il racconto.










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