«Niki Vendola in Puglia e Ippazio Stefano a Taranto hanno inaugurato un nuovo corso: la “democrazia monocratica”; non solo non ascoltano gli avversari politici, cosa già politicamente deprecabile, ma neanche le forze che compongono la loro stessa maggioranza»
«In democrazia, e non solo, governare significa ascoltare anche le ragioni degli avversari e cercare di trovare soluzioni condivise da tutti gli attori di un Territorio: partiti politici, associazioni del Terzo settore, sindacati e associazioni di categoria.
Purtroppo Niki Vendola in Puglia e Ippazio Stefano a Taranto hanno inaugurato un nuovo corso: la “democrazia monocratica”; non solo non ascoltano gli avversari politici, cosa già politicamente deprecabile, ma neanche le forze che compongono la loro stessa maggioranza, per non parlare della concertazione con il Territorio!
Così Vendola ha nominato in Regione i propri assessori senza ascoltare i partiti della sua maggioranza, mentre a Taranto da oltre un anno Ippazio Stefano tiene in ostaggio una intera città nominando di sua sponte gli assessori comunali senza concertazione.
Autentico dominus di Taranto, Ippazio Stefano decide come e chi deve amministrare la città, arrivando persino a nominare “assessori co.co.co.” a tempo determinato, per poi defenestrarli anche se hanno ben operato.
Ippazio Stefano si è così “arroccato” a Palazzo di Città con un manipolo di fidatissimi senza ascoltare maggioranza e opposizione in Consiglio Comunale, ignorando il confronto con il Territorio anche su argomenti, come il futuro urbanistico della Città, che dovrebbero essere invece il risultato della più ampia concertazione; vorrebbe persino incidere in modo determinante sul futuro della nostra portualità, l’unica vera alternativa economica alla monocultura siderurgica del Territorio, in particolare nominando una persona di sua “stretta osservanza” alla guida del Distripark, la struttura di cui tutti auspichiamo la realizzazione.
Un paio di settimane addietro il Consiglio Comunale, infatti, ha approvato una modifica allo statuto del Distripark che introduce la figura dell’Amministratore Unico; se tale decisione dovesse essere “imitata” anche dalle altre Istituzioni socie del Consorzio che gestisce questa struttura, il Distripark in futuro sarà gestito da una sola persona con ampi poteri.
Non sono contrario in modo pregiudiziale a questo percorso, in fondo un Amministratore unico potrebbe velocizzare la ripresa dello sviluppo del Distripark, ma non posso non paventare che la sua nomina venga decisa dal Sindaco secondo il suo personalissimo criterio della “democrazia monocratica”.
La nomina di un eventuale Amministratore unico del Distripark, invece, dovrebbe necessariamente essere il risultato di un’ampia e articolata concertazione cui partecipino, con uguale dignità, tutti i soggetti rappresentativi del Territorio.
Solo in questo modo la sua azione potrà realmente rappresentare la volontà di sviluppo della portualità della nostra comunità, e non solo i desideri del dominus di Taranto.
Arnaldo Sala
Consigliere regionale PdL