L’intervista all’assessore Cataldo Malagnino. L’intervento dell’ambientalista Mimmo Carrieri. Le perplessità di diportista espressa attraverso la rete
«I lavori di rimozione delle alghe e di dragaggio del porto procedono regolarmente, nel rispetto di quanto previsto dalla legge. Vi sono delle procedure farraginose, che occorre rispettare, anche perché dai fondali delle acque, mai dragate negli ultimi venti anni, stiamo trovando di tutto…».
Cataldo Malagnino, assessore all’Urbanistica del Comune di Maruggio, sta seguendo personalmente e costantemente, gli interventi che la società mista Torre Moline ha avviato da un paio di settimane a Campomarino.
«Stiamo pescando dai fondali quintali di alghe e di sabbia, che poi stocchiamo provvisoriamente nella zona delle banchine. La procedura ci impone di far asciugare sia le alghe (che poi devono essere analizzate dai tecnici della Provincia), sia la sabbia, che poi useremo per il ripascimento delle dune» fa presente l’assessore Malagnino. «Un po’ più complicato è il trattamento del fango, per il quale occorre più tempo e maggiore movimentazione per separare i sedimenti solidi dall’acqua».
Finalmente, quindi, si sta sanando il porto di Campomarino dal grave degrado igienico-sanitario che lo ha caratterizzato negli ultimi due-tre anni.
«Siamo scesi sino a circa 5 metri lungo le banchine e spesso portiamo a galla materiali di ogni genere, difficile da movimentare e da smaltire. Crediamo sia giunto il momento di approvare un regolamento che disciplini meglio l’uso del porto. Non possiamo, al momento, pulire la zona centrale del porto, in quanto potremmo incappare, ad esempio, nelle ancore dei pescherecci, che non siamo riusciti a far spostare. Il nostro primo obiettivo, pertanto, resta quello di dragare la zona del molo di sopraflutto».
La società Torre Moline sta dunque rispettando quelle che sono state le indicazioni del Comune di Maruggio, il quale, con una propria nota, aveva chiesto che fosse data “precedenza all’esecuzione dei lavori atti ad abbassare le quote batimetriche nell’area antistante lo scalo d’alaggio, nonché eliminare immediatamente l’inconveniente dovuto allo sprigionarsi dei gas prodotti dal materiale immerso di sabbia e residui di poseidonia in occasione del transito o delle manovre dei natanti da pesca, al fine di permettere il ripristino e la funzionalità del predetto scalo”.
«Abbiamo 60 giorni di tempo per ultimare questa prima fase dei lavori» ci dice l’assessore Cataldo Malagnino. «Poi arriverà l’estate e sospenderemo l’intervento. Nella seconda fase ci sposteremo nella zona dei pescherecci e nelle parti più centrali del porto».
Su quest’attesissimo intervento, più volte auspicato anche dai residenti e dagli operatori commerciali, interviene Mimmo Carrieri, autore, nei mesi scorsi, di una serie di esposti attraverso i quali rimarcava l’insostenibile situazione che si era venuta a creare.
Oltre a commentare positivamente l’inizio dei lavori di rimozione delle alghe e di dragaggio, l’ambientalista savese fa notare come «dall’inizio dei lavori, dal fondale del molo peschereccio, oltre alla rimozione di tonnellate di sedimenti di Poseidonia putrefatta mista ad oli, sono stati “pescati” materiali di diverso genere come: plastiche, tubi in gomma, pneumatici, lattine ecc. .».
Carrieri è comunque ottimista.
«Se nel prosieguo dei lavori non dovessero sorgere ostacoli di natura burocratica, finalmente a partire da questa estate nella zona balneare di Campomarino si dovrebbe poter respirare “aria nuova”».
C’è però chi, attraverso i social network, è più perplesso.
«C’è una bella differenza tra il togliere un pò di alghe e melma dal fronte scivolo e dragare il porto!» sostiene una signora. «Il dragaggio sarà una lavoro imponente e impegnativo che, se mai si riuscirà un giorno a fare, necessiterà di ben altro rispetto alle due ruspe sinora utilizzate. Però è un inizio. Almeno può essere che quest’anno il cattivo odore sarà ridimensionato…».