martedì 26 novembre 2024


18/05/2013 06:14:33 - Salento - Attualità

Quest’anno, il raduno di circa 1.000 atleti speciali, al seguito di familiari, operatori sociali e volontari, avrà luogo venerdì 31 maggio, a Latiano

 
Fervono i preparativi per l’imminente start up delle Olimpiadi In, il grande evento per la promozione dei diritti e l’inclusione delle Persone con disabilità, insignito quattro volte della prestigiosa medaglia del Presidente della Repubblica.
La conferenza stampa per la presentazione dell'evento è fissata per lunedì 20 maggio alle ore 9.30 presso la sede del Gal, sita in via Albricci, Mesagne
Quest’anno, il raduno di circa 1.000 atleti speciali, al seguito di familiari, operatori sociali e volontari, avrà luogo venerdì 31 maggio, a Latiano, la città conosciuta nel mondo per avere dato i natali al Beato Bartolo Longo, fondatore della nuova Pompei.
In un momento così difficile come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da precarietà economiche e relazionali, da incertezza del presente e assenza di prospettiva; quando crescono, anzi ché regredire, a livello locale e globale, le distanze, le differenze, i divari, le ingiustizie tra le persone, i gruppi sociali, i Paesi, tenere alta la bandiera dei diritti e agire in concreto l’inclusione degli “ultimi” può apparire fuori tempo e fuori luogo.
La Cooperazione sociale e il Terzo Settore lungimiranti e profetici, che nel piccolo sperimentano ogni giorno la possibilità di trasformare le “pietre di scarto” in fattori di un nuovo modello di sviluppo più umano ed ecocompatibile, sono convinti del contrario e con le loro azioni promuovono dal basso, coinvolgendo tutti, il cambiamento che si pretende dagli altri, la ricostruzione della propria comunità, frantumata e confusa, le reti di relazioni personali e collettive e le intese tra generazioni, generi, classi, condizioni di salute e di vita, diversità di ogni tipo. Le Olimpiadi In sono uno di questi esempi.
Richiamando una folla di cittadine e di cittadini, tutti diversi e tutti eguali, prescindendo dall’età e dalle altre condizioni di vita, esse testimoniano che si possono cancellare lo stigma e la discriminazione se solo mettiamo ciascuno nella condizione di com-petere, non nel senso di vincere sugli altri, ma in quello etimologico del termine: cercare insieme la soluzione giusta ai problemi. Le diverse iniziative della originale manifestazione corrono lungo questo asse. Il drago gigante, lungo 30 metri, realizzato dai giovani di Città Solidale che si stanno riscattando dai propri disagi, è la brutalità, la violenza del pregiudizio, che distruggono i valori sacri della umana convivenza. Esso viene portato festosamente in corteo per le vie cittadine, in uno stupefacente vortice di suoni, ritmi, melodie, canti, balli, colori, prodotti contemporaneamente dai tamburi e trombe degli sbandieratori, dalla banda, dagli artisti di strada, dal frastuono di fischietti, per svegliare tutti dal torpore che ci abbrutisce e non ci fa vedere che siamo tutti uguali e tutti diversi. Giunto in piazza, i bambini lo scacciano simbolicamente, lanciandogli contro pietre finte e inseguendolo, tra gli applausi generali, fino a che non è fuori dalla vista di tutti. Momento emozionante questo e fortemente allusivo al ruolo della Scuola e della famiglia nella educazione delle nuove generazioni nel segno della solidarietà. Nel corteo sfila pure il lungo drappo coi colori della pace, che viene tenuto dalle mani dei più piccini, alcuni di loro con l’altra mano quella dei genitori.
Non vi è solo tenerezza in questo, ma anche simboli e azioni concrete di quel mondo auspicabile che dovremmo fare crescere. La stessa Maratona Solidale, in apparenza una gara di competizione, nella realtà è una grande passeggiata, alla quale possono partecipare proprio tutti: dai bambini delle scuole elementari, agli studenti e studentesse degli altri ordini scolastici, dagli anziani alle persone in carrozzina, dai maratoneti professionisti agli operatori, ai volontari, dai portatori di disabilità mentali, ai rappresentanti delle Istituzioni. Tutti arriveranno al traguardo e tutti saranno premiati per il solo fatto di esserci stati. Infine, vi sono i giochi veri e propri: il tiro alla fune, la pentolaccia, il ruba bandiera e altri ancora. Tutti molto semplici e altamente socializzanti. Occasioni per divertirsi, godersi gli applausi e gli abbracci, sorridere, sentirsi protagonisti. Essi si svolgono nella grande agorà perchè, almeno per un giorno, possa realizzare l’utopia. A sera la festa si conclude con le premiazioni dei campioni e con lo spettacolo di canti e balli popolari, musica e gag di comici e clown, in cui non si capisce più quali siano gli artisti speciali e quali i professionali. Forse vale veramente esserci alle Olimpiadi di Città Solidale, dell’ANPIS e dell’Associazione Sportiva degli Utenti Familiari e Operatori. Forse bisognerebbe fare qualcosa per fare crescere questa idea e diffonderla a largo raggio.










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