Indipendentemente dal nome di chi prevarrà, Manduria spera in un sindaco, in un’Amministrazione e in una minoranza che, consapevoli del difficilissimo momento che la città sta vivendo e delle sue tante vertenze in atto, mettano da parte la litigiosità e la cura del “particolare”
Capacità, impegno e, soprattutto, senso di responsabilità.
E’ ciò che la città attende dal prossimo Consiglio Comunale, la cui composizione sarà determinata dal ballottaggio di oggi e domani fra Luigi Morgante e Roberto Massafra.
Indipendentemente dal nome di chi prevarrà, Manduria spera in un sindaco, in un’Amministrazione e in una minoranza che, consapevoli del difficilissimo momento che la città sta vivendo e delle sue tante vertenze in atto, mettano da parte la litigiosità e la cura del “particolare” e che, con una dimostrazione di maturità (dote ormai rara nel mondo politico), sappiano privilegiare il confronto costruttivo e propositivo (propedeutico alla risoluzione dei problemi) alle sterili contrapposizioni dialettiche.
Le ultime quattro legislature terminate prima della scadenza naturale e i commissariamenti ormai ciclici del Comune (l’ultimo è durato ben 15 mesi), uniti alla crisi generale, hanno aggravato le situazioni di difficoltà economica e sociale della città. Edilizia al collasso, commercio che continua a registrare costantemente chiusure, turismo che non decolla nonostante l’invidiato patrimonio ambientale e storico, agricoltura che deve reggere non solo il confronto con la concorrenza, ma anche “l’assalto alla diligenza” di chi vorrebbe trasformare vigneti e oliveti in parchi eolici o in distese di impianti di fotovoltaico: è la situazione di emergenza che si vive in città, che, accompagnata dall’incertezza del futuro dell’Ilva, fa aumentare le nuove povertà e spinge giovani e intere famiglie a cercare lavoro al nord o all’estero.
A questo quadro a tinte fosche vanno aggiunte le vertenze in atto con la Regione: il contestatissimo scarico a mare dei reflui del depuratore, la sopraelevazione della discarica e il depotenziamento dell’ospedale, solo per fare alcuni esempi.
Di fronte a questa realtà, le cui difficoltà sono acuite dai tanti debiti in sospeso del Comune e dai continui tagli dei trasferimenti, non sarà più possibile tollerare incoscienza o inaffidabilità. I cittadini attendono, insomma, una svolta, che potrà avvenire solo se la nuova classe politica che amministrerà Manduria (minoranza compresa), garantirà la giusta dose di responsabilità.
La diminuzione del numero dei consiglieri (da 30 a 24) e l’attribuzione di un premio di maggioranza più corposo (il 60% è stato arrotondato per eccesso, portando quindi a 15 i consiglieri di maggioranza e a 9 quelli di minoranza) potrebbero garantire maggiore stabilità. Ma servono poi capacità e inventiva per tappare le falle e reperire le risorse necessarie a fronteggiare le varie esigenze di una città che langue.
Oltre ad un compatto fronte comune per vincere le vertenze in corso: salvare il mare dagli scarichi del depuratore, tutelare l’ambiente dai rischi della sopraelevazione della discarica e difendere il “Giannuzzi”, presidio ospedaliero di “periferia”, sempre più “scippato” di servizi e uomini per far quadrare i conti di una sanità ridotta all’osso da ruberie e scandali vari.