Turco: «Gli assessori? Siamo sereni, sarà una formalità…»
«Non era per niente una vittoria scontata. Ma abbiamo percepito bene le sensazioni della gente e captato la loro volontà. Scegliendo un candidato a sindaco credibile, abbiamo soddisfatto il desiderio di rinnovamento della comunità manduriana».
Mentre da stamani Roberto Massafra si insedia formalmente a Palazzo di Città (vi sarà il passaggio delle consegne fra il commissario straordinario e il nuovo sindaco), Francesco Turco, uno dei fondatori della lista “Proposta per Manduria”, illustra la genesi del successo elettorale di Roberto Massafra.
«Abbiamo avuto sin dall’inizio le idee chiare» afferma il dott. Turco. «La nostra coalizione si è posta in alternativa al modo di far politica dei partiti tradizionali, puntando molto sulla moralizzazione della vita amministrativa. Si sono formate quattro liste omogenee, tutte egualmente importanti: nessuna è nata solo per far numero.
Alla gente abbiamo illustrato pochi ma fondamentali obiettivi: l’ambiente, la salute e gli strumenti urbanistici, solo per fare qualche esempio.
Puntavamo a raggiungere circa 5.000 voti al primo turno per accedere al ballottaggio. E così è stato. I voti sono arrivati, spalmati, più o meno, equamente fra tutte le quattro liste. E, come previsto, con il 25-30% dei voti, il ballottaggio sarebbe stato garantito».
Dopo il primo turno, era chiaro un po’ a tutti che Roberto Massafra e la sua coalizione fossero in pole position.
«Eravamo convinti che chiunque fosse arrivato al ballottaggio con noi, non avrebbe avuto la possibilità di far crescere i propri consensi nel secondo turno, poiché avrebbe espresso il massimo delle proprie potenzialità al primo turno» continua Francesco Turco. «Anche questa previsione si è avverata. Il nostro antagonista è rimasto fermo ai consensi del primo turno e la nostra coalizione è cresciuta tanto da vincere con un largo margine».
Chiusa la parentesi elettorale, l’attenzione dell’opinione pubblica è rivolta verso la composizione della nuova giunta.
«C’è talmente tanta serenità che sono convinto che si tratterà di una formalità. Siamo per una giunta di esterni per un principio fondamentale: evitare che un assessore, dopo essersi dimesso da consigliere comunale, possa rischiare, come è accaduto spesso in passato, di restare fuori dal contesto amministrativo in caso di sfiducia. Abbiamo tanta gente qualificata nelle liste, per cui non sarà difficile individuare coloro che faranno al caso nostro. Saranno tutti alla prima esperienza? Io sono convinto che a far la differenza sia solo la voglia di lavorare di chi riceve una carica così impegnativa. Per quanto riguarda la suddivisione degli assessorati, potrebbe andarci bene anche l’attribuzione di un assessorato per lista, lasciando al sindaco la nomina degli altri due. Per i primi interventi, poi, io credo sia necessario riorganizzare la macchina amministrativa, migliorandone l’efficienza e semplificando anche la vita all’utenza. Poi punterei molto alla rivitalizzazione del centro storico, senza la quale non ci potrà mai essere un vero turismo».