Il protagonista è Alberto Rubini, padre dell’attore e regista Sergio
Si intitola “L’uomo che cuce il tempo”, ha come protagonista Alberto Rubini, attore cinematografico e padre del regista Sergio, è stato scritto e diretto a quattro mani dalla regista e scrittrice manduriana Lucia Perrucci e dal regista e giornalista molfettese Ezio Azzollini.
La città di Manduria è stata scelta ancora una volta come set: vi è stato ambientato un corto che sarà presentato per la prima volta a Molfetta venerdì prossimo.
«E’ una storia piccola ma intensa», spiegano i registi Lucia Perrucci ed Ezio Azzollini, «che racconta di come la morte non ci costringa necessariamente ad essere fuori tempo massimo per realizzare i nostri desideri».
Lucia Perrucci coltiva la passione del cinema sin da ragazza. Nell’anno della maturità, scrisse e girò un lungometraggio all’interno della sua scuola (il liceo “De Sanctis” di Manduria), che vide come protagonisti gli studenti. Ha poi perfezionato lo stadio frequentando il “Giffoni Accademy”.
Nel cast, oltre che la sorprendente prova d’esordio del molfettese Donato De Bari, e dei due giovanissimi manduriani Valentina Distratis e Arcangelo De Girolamo, la prestigiosa presenza di Alberto Rubini, attore cinematografico e padre del regista Sergio (che sarà invece protagonista di un altro film girato a Manduria: “Uomini e cani”).
«Abbiamo avuto un colpo al cuore quando ha accettato la nostra proposta» ci dicono Lucia Perrucci ed Ezio Azzollini. «Tra l’altro, parte delle riprese è stata realizzata nel cimitero di Manduria, dove l’ultimo regista ad aver girato era stato proprio Sergio Rubini. Per noi una motivazione e una responsabilità in più».
La sceneggiatura de L’uomo che cuce il tempo, prodotto in collaborazione con la tarantina Illusia Filmworks, era stata selezionata ad inizio maggio, vincendo la concorrenza di oltre novanta progetti, per aggiudicarsi il finanziamento che ha reso possibile la realizzazione del corto.
Dopo la “prima” ad Andria, saranno d’obbligo le presentazioni a Manduria e Molfetta. «Appena sarà possibile proietteremo il film nelle nostre città. Adesso siamo noi a voler regalare al nostro “Uomo che cuce il tempo tutto” il tempo necessario per mostrare la sua storia in giro» concludono gli autori. «Sperando che piaccia, come è piaciuta alla giuria che ci ha premiati, e come è piaciuto a noi raccontarla».