venerdì 22 novembre 2024


10/07/2013 11:51:51 - Maruggio - Attualità

Il fulmine è arrivato quando c’era ancora il sole

 
Due tragedie nell’arco di poco più di 24 ore, che si sono verificate a distanza di una manciata di chilometri, che sono costate la vita ad un bambino di 3 anni, investito da un’auto, e ad un ragazzo di 12 anni, folgorato da un fulmine.
Entrambi avevano scelto, con le loro rispettive famiglie, il litorale del versante orientale della provincia per trascorrere, nelle azzurre acque dello Jonio, i due mesi estivi. Entrambi hanno trovato la morte, tanto dolorosa quanto prematura, in maniera balorda.
Un testimone dell’incredibile episodio di Campomarino è Titta, che si trovava ad una decina di metri dall’area della spiaggia in cui ha perso la vita Giovanni.
«La mia abitazione dista pochi metri dal tratto di spiaggia in cui è caduto il fulmine, che prima ha sfiorato proprio la mia casa» racconta Titta. «In quel momento c’era il sole, anche se in lontananza, in direzione di Taranto, si intravedevano i primi nuvoloni gravidi di pioggia. Sulla spiaggia vi erano dei ragazzi che si divertivano a giocare con il pallone, fra cui i due cuginetti di Altamura e il padre di uno loro. In quel tratto di spiaggia gioca spesso anche mio figlio…».
Titta conosce bene sia la famiglia di Giovanni, che i due ragazzi raggiunti dal fulmine.
«Sono anni che frequentano lo stesso nostro tratto di litorale, per cui è capitato tante volte di essere vicini di ombrellone».
L’altro ieri il dramma che segnerà per tutta la vita queste due famiglie.
«Mentre c’era ancora il sole, ho avvertito un vero e proprio boato: un tuono fortissimo» racconta ancora Titta. «Ci siamo poi accorti che Giovanni era sdraiato, esanime, sulla sabbia, mentre il cugino si muoveva ancora. Il padre di Giovanni ha impiegato qualche secondo prima di rendersi conto della tragedia: probabilmente non ha neppure visto scendere il fulmine che ha folgorato il figlio. Ha iniziato a gridare, invocando aiuto. Si è deciso di portare i due bambini nella villa di fronte la mia, dove uno studente americano ha iniziato a praticare la rianimazione a Giovanni. Nel frattempo, il proprietario della casa si è recato da un medico, il dott. Pesare, che abita nella stessa zona, portandolo sul posto. Sia il ragazzo americano, che il dott. Pesare hanno proseguito a lungo la rianimazione di Giovanni, che però non ha mai risposto, al contrario del cugino, alle sollecitazioni. Poi sono arrivati i sanitari del 118, che credo abbiano constatato subito la morte di Giovanni».
Un episodio che ha sconvolto anche il sindaco di Maruggio.
«Mio figlio ha la stessa età del ragazzo che è morto. Posso comprendere il dolore che sta provando la famiglia di Giovanni» afferma il primo cittadino di Maruggio, Alberto Chimienti. «Si è trattato di una tragica fatalità, che nessuno vorrebbe mai potesse accadere».
La morte di Luca e di Giovanni è al centro delle discussioni sui social network.
«Un luglio così nero proprio non me lo ricordo... A cominciare da queste ultime e incipienti vite stroncate sul nascere» è il triste commento di Anna M. in un profilo Facebook dedicato a Campomarino. «Il senso di tutto questo è difficile da capire: due piccole e fragili vite spezzate mentre giocano, ridono, si rincorrono e corrono incontro a quello che non temono e non immaginano, perché non lo conoscono. I piccoli sanno inventarsi i sogni e vivono immaginando solo favole a lieto fine. I piccoli non hanno paura della morte perché non la conoscono e sono vita che si rincorre senza paura di sbucciarsi le ginocchia. Se per caso ne sentono parlare, con consapevole distrazione, pensano sia qualcosa che potranno tenere a bada e combattere con le armi della loro fantasia, le stesse che usano nei loro giochi. Allora basterà sforzarsi di non chiudere gli occhi mai per farle un dispetto…».











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