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20/07/2013 10:47:23 - Salento - Attualità

E Sel, per protesta, abbandona la maggioranza politica di Nardò

 
Da Boncuri, simbolo di riscatto dei lavoratori, all’ex falegnameria di contrada Serrazze simbolo del degrado. È la parabola discendente dell’accoglienza a Nardò, e nelle scorse ore si è consumato probabilmente uno dei momenti più drammatici: a due giorni dalla visita istituzionale del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, il sindaco Marcello Risi - inchiodato dal sopralluogo e dalla relativa relazione degli ispettori del dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Lecce nell’area dell’ex falegnameria di contrada Serrazze - ha emesso ieri un’ordinanza di sgombero della struttura.
Una giornata convulsa, ma che sa soprattutto di sconfitta per una comunità che vuol dimostrare d’essere civile. Aggravata dal triste esodo che già nel pomeriggio di ieri, quando la notizia dello sgombero imminente ha raggiunto gli immigrati, è stato messo spontaneamente in atto dai lavoratori che sono andati via dalla falegnameria silenziosamente, senza attendere di essere cacciati.
Inutile sottolineare infatti che, sebbene l’ordinanza faccia riferimento all’«imminente pericolo per la salute degli occupanti dell’immobile», per loro, per i braccianti agricoli che lì avevano trovato rifugio, questa è l’ennesima privazione, l’ennesima “espulsione”. Un provvedimento «socialmente inaccettabile» come è stato definito dall’assessore neretino di Sel Vincenzo Renna che ne fa una questione morale e politica, ed abbandona così definitivamente l’Amministrazione, dimettendosi.
«Non è la forza lo strumento utile per affrontare tematiche sociali quali l’accoglienza dei lavoratori immigrati, di richiedenti asilo o rifugiati politici presenti copiosamente nelle campagne di Nardò», commenta Renna che proprio a causa di una diversità di vedute sulle questioni legate all’immigrazione e soprattutto in merito alla mancata costituzione di parte civile del Comune di Nardò al processo “Sabr” aveva rimesso al sindaco, già nei mesi scorsi, la delega alle politiche migratorie.
Sulla stessa linea di Renna ma con parole più pesanti, anche il consigliere regionale di Sel Leo Galati che parla di «xenofobia e razzismo» in merito all’ordinanza e dice: «Sel ha resistito finché era possibile in questa maggioranza, per senso di responsabilità e cercando di controbilanciare i sentimenti xenofobi di una parte di essa ma di fronte a diritti umani calpestati non ci sono laboratori politici che tengano: l’amministrazione Risi ha ormai passato il segno».










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